Il tartufo bianco soffre. La qualità è eccellente ma la quantità scarsa. E l’export non decolla

La mostra mercato nazionale del tartufo bianco delle colline sanminiatesi inizia sabato, con una raccolta che per oltre il 50% è destinata all'export. La crisi economica e il complesso contesto geopolitico internazionale remano contro l'economia del tartufo. Il progetto per un Museo dedicato al tartufo è in corso e dovrebbe essere pronto nel 2024.

SAN MINIATO (Pisa)

Anche troppa acqua, seppur dopo la siccità, il caldo torrido e l’estate fin troppo prolungata, non è un toccasana per il tartufo. A tutto questo vanno aggiunti il complesso contesto geopolitico internazionale e la crisi che picchia duro nelle tasche dei cittadini. Sono tutti fattori che remano contro all’economia del diamante della tavola che da sabato – per tre fine settimana consecutivi – sarà il protagonista della mostra mercato nazionale del tartufo bianco delle colline sanminiatesi. Colline che sono una delle miniere italiane dell’oro dei boschi: mediamente sfornano 30 quintali l’anno tra bianco, nero e marzuolo; una raccolta che per oltre il 50% è destinata all’export.

Ecco, come sta andando, il tartufo sui mercati? "L’export è in frenata quest’anno – dice Luca Fontanelli di Gazzarrini Tartufi, storica azienda che commercializza il Re dei boschi –. Quello che sta accadendo nel mondo non aiuta: si sta vendendo la pepita perfetta, quella di alto profilo, molto rara, destinata alle tavole lussuose in India, Giappone, Cina, Paesi Arabi. Il mercato interno, invece, risente della crisi".

L’annata? "Non c’è grande quantità, la qualità è eccellente". I prezzi vanno dai 1500 e 2500 euro al chilo. "Il buon tartufo nasce dove l’ambiente è tenuto bene e questo dà il senso di quanto sia importante mantenere integra e salubre la nostra terra", ha detto il presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo intervenuto, ieri a Firenze, alla presentazione della kermesse organizzata da Comune e San Miniato Promozione che hanno predisposto un programma che, come sempre, è un felice connubio tra enogastronomia e cultura. Una terra, San Miniato, dove il tartufo è protagonista tutto l’anno. Tant’è che – è stato annunciato – è in corso il progetto per la realizzazione di un Museo dedicato al tartufo, che dovrebbe essere pronto nel 2024.

Carlo Baroni