I nuovi impianti dei rifiuti. Giani stoppa le tensioni: "Avanti col Piano Monni. La svolta fondamentale"

Il Presidente Giani presenta il nuovo Piano dell'Economia Circolare della Regione Toscana, che mira a sviluppare una rete di impianti di riciclo e recupero, estrarre materia dagli scarti e contenere le tariffe. Una sfida per le generazioni future.

I nuovi impianti dei rifiuti. Giani stoppa le tensioni: "Avanti col Piano Monni. La svolta fondamentale"

I nuovi impianti dei rifiuti. Giani stoppa le tensioni: "Avanti col Piano Monni. La svolta fondamentale"

di Luigi Caroppo

FIRENZE

Presidente Giani, il nuovo Piano dell’Economia Circolare si avvia al confronto in Consiglio Regionale. Finalmente ci siamo non senza tensioni.

"Si tratta di un passaggio cruciale della legislatura che ci consente di dire ai cittadini che abbiamo rispettato l’impegno preso in campagna elettorale. Ad un sistema gestionale ancora troppo sbilanciato sulle discariche (34% dei rifiuti urbani toscani smaltiti in discarica, ndr), abbiamo contrapposto un modello più articolato di economia circolare che punta a sviluppare una rete di impianti intermedi di riciclo e recupero. Vogliamo estrarre materia dagli scarti e non scaricare i problemi sulle generazioni future. È un fatto di responsabilità. Non basta uno schiocco di dita, ma presentiamo una Toscana che con 18 impianti in corso di autorizzazione e realizzazione si candida ad essere una delle regioni traino d’Europa sulla sostenibilità".

Sono emersi timori e dubbi dalla riunione del gruppo Pd in Consiglio Regionale di venerdì scorso, come riuscirà a superare le fibrillazioni emerse?

"Non vedo fibrillazioni nella maggioranza, ma riflessioni su come poter rendere il Piano ancor più aderente alle aspettative dei territori. La prima comunicazione dell’assessora Monni al Consiglio Regionale è del settembre 2021, poi l’atto di Giunta del dicembre dello stesso anno, che con il passaggio in Consiglio del febbraio successivo ha sancito l’avvio formale del percorso del Piano, con la forte e convinta condivisione della maggioranza sugli obiettivi. Poi la trasmissione della proposta nel marzo 2023, frutto di un percorso di confronto che ha portato a un livello di condivisione molto estesa. A questo si è andato poi ad aggiungere il prezioso lavoro del Consiglio Regionale che non ha solo esaminato la proposta presentata, ma ha avviato un serio programma di ascolto e partecipazione".

E ora?

"Adesso, a distanza di due anni, è arrivato il momento di consolidare questa proposta con il voto in aula di fine settembre, che ritengo necessario, non per chiudere la discussione, ma per dare avvio ad un’ulteriore e conclusiva fase di partecipazione che precederà l’approvazione. Sarà lo spazio in cui si potranno concretizzare le idee, attraverso le osservazioni, per migliorare la nostra proposta. Da parte mia, dell’assessora Monni e della giunta presteremo sempre orecchio attento ad ogni proposta tesa a consolidare il progetto di innovazione".

Può dare assicurazioni agli ambiti territoriali già autosufficienti (costa, nord e sud) che il Piano porta benefici a tutta la Toscana e non solo all’area Centro (Firenze, Prato Empoli) che sconta scelte contraddittorie e ritardi?

"Sì. Se è vero che l’area della Toscana centrale sconta alcuni significativi ritardi su specifiche tipologie di impianto, quelle di chiusura del ciclo per intendersi, è altrettanto corretto affermare che in quella porzione di Toscana ci sono eccellenze impiantistiche nel trattamento dei rifiuti, basti pensare alle frazioni del vetro, agli sviluppi che riguarderanno i Raee e al prossimo ampliamento del biodigestore di Montespertoli. Al contempo il sud e la costa toscana vivono una situazione certamente più strutturata sull’impiantistica di chiusura del ciclo, ma serve superare l’eccessivo ricorso alle discariche e spingere di più su raccolta differenziata e riciclo. La legge nazionale non consente alla Regione né di localizzare né di realizzare impianti, ma il Piano che presentiamo individua ciò che serve ad ogni area della Toscana. Non appena approvato si avvierà una “fase due” che ci vedrà al fianco dei sindaci per realizzare concretamente gli ambiziosi obiettivi che ci siamo prefissati".

Quindi gli impianti esistenti non dovranno farsi carico degli scarti fiorentini e della Piana?

"Lo abbiamo sempre detto con chiarezza insieme all’asessora Monni: questo Piano segna un’inevitabile e non rinviabile fase di transizione. Gli impianti esistenti dovranno farsi carico di reggere questa fase transitoria che ci porterà a vedere entrare in esercizio i tanti nuovi impianti che abbiamo stimolato sull’avviso pubblico. Ai cittadini va raccontata la verità: per veder funzionare un impianto servono percorsi valutativi, partecipativi ed autorizzativi. Solo dopo che è stata accertata la compatibilità territoriale e ambientale di un progetto si può passare ad avvitare i bulloni e realizzarlo fattivamente. Serve perciò del tempo ed è per questo che ogni rinvio segna un ritardo su una tabella di marcia che deve essere estremamente serrata".

Qualcuno ha visto nelle fibrillazioni dem anche la volontà di mettere in difficoltà l’assessora Monni, il cui nome in questi giorni è stato messo tra quelli in lizza per la candidatura di Palazzo Vecchio. Che ne pensa?

"Spero di no, se questo fosse lo considero un grave errore per l’immagine complessiva dei Democratici".

I cittadini cosa devo aspettarsi da questo nuovo Piano? Si riuscirà a contenere le tariffe?

"I cittadini devono aspettarsi che il loro sforzo quotidiano di differenziare, che sta portando la Toscana a livelli assolutamente virtuosi, troverà sempre più concretizzazione in filiere di trattamento capaci di estrarre nuova materia e dare valore ai rifiuti. In secondo luogo, stiamo compiendo scelte che metteranno al sicuro il portafoglio delle toscane e dei toscani. Nessuna ambiguità. Differenziare e riciclare costa più che mettere tutto in un sacco nero e buttarlo sotto terra. Ciò che stiamo creando è un sistema solido, capace di stabilizzare le tariffe e ridurre i costi in prospettiva".

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