I fondi Pnrr trascinano gli appalti. Boom di cantieri per le grandi opere

Svettano Firenze, Livorno, La Spezia. Massai (Ance): "Le imprese stanno lavorando tutte e bene"

FIRENZE

Boom di appalti nel 2022 secondo i dati Anac elaborati dal Sole 24 Ore, che confronta la spesa pro capite per opere, servizi e forniture nelle province e nelle grandi città italiane. In testa è la provincia di Bergamo, con 19mila euro di spesa pro capite e, dopo Piacenza e Aosta, al quarto posto, si piazza Firenze, con quasi 6 miliardi di euro di spesa, pari a 5.962 euro a cittadino, in crescita di oltre il 91% sul 2021. Tra le toscane, al sesto posto spicca Livorno, dove la spesa pro capite cresce a tre cifre (+101%, 5.435 euro a cittadino). Nella top ten anche La Spezia, con 4.725 euro di spesa pro capite, +39,5% rispetto al 2021.

Ma nella regione si procede a macchia di leopardo. Tra le ultime in classifica ci sono Pistoia, al 102° posto, con 1.061 euro di spesa pro capite (ma un incremento di quasi il 116% rispetto al 2021), Arezzo, al 106° posto, con 893 euro di spesa a testa, che scende rispetto allo scorso anno di quasi il 4,9%, e, infine, al 107° posto, c’è Prato, con una spesa pro capite di 605 euro e un incremento di quasi il 23% sul 2021. Come si spiega questo piazzamento non positivo di Prato? E perché ad Arezzo la spesa diminuisce? "In realtà la spesa pro capite non è un dato che riesce a fotografare la situazione. L’impennata di Bergamo si giustifica perché c’è un appalto grosso, l’appalto autostradale Brescia-Milano, che da solo vale 19,2 miliardi. E’ come se a Prato si facesse un mega appalto sull’autostrada. Il valore della spesa pro capite sarebbe nettamente diverso. Inoltre, nei dati riportati dal Sole 24 Ore non sono comprese solo le opere, ma anche servizi e forniture e sicuramente ci sono più servizi a nord che al centro", risponde Rossano Massai, presidente di Ance Toscana, l’associazione dei costruttori edili.

"Prato ha un’alta densità di popolazione e anche questo contribuisce a falsare il risultato, spingendola in fondo classifica. Da questa graduatoria, nella quale risultano tre province toscane nella parte bassa, sembra che gli enti delle nostre zone non siano bravi. Non è così".

"Gli appalti – sottolinea Massai – sono tanti, le imprese stanno lavorando tutte, tanto che qualche volta le gare vanno deserte. Non solo, ma le percentuali più alte di messe a terra dei finanziamenti del Pnrr sono appannaggio dei Comuni, solitamente sottostrutturati e che invece in questa prima fase risultano i migliori". "Per questo – conclude – come Ance contestiamo la modifica del Pnrr che toglie le opere più piccole a vantaggio delle grandi perché si teme che i lavori più frazionati non rispettino i tempi. Quello che sta accadendo nella realtà, almeno sul nostro territorio, dice il contrario". Secondo quanto si legge nell’ultimo barometro di Ance, uscito a settembre, anche nel 2023 le gare per lavori pubblici sono in aumento in Toscana. Tra gennaio e giugno di quest’anno ne sono state pubblicate quasi 1.000, per un ammontare di poco inferiore ai 2 miliardi di euro, dato più che doppio rispetto allo stesso periodo 2022. E a fare da traino, ovviamente, continuano ad essere le gare del Pnrr.

Monica Pieraccini