GIANPAOLO MARCHINI
Sport

Cesare Prandelli e Stefano Pioli. Quei due signori con il cuore viola

La militanza comune, il dolore e l’amore per la città. E domani i tecnici si ritroveranno l’uno contro l’altro

Cesare Prandelli e Stefano Pioli

Firenze, 20 marzo 2021 - «Alla fine, ciò che conta non sono gli anni della tua vita, ma la vita che metti in quegli anni». Chissà se Cesare Prandelli e Stefano Pioli abbiamo mai pensato a questa riflessione di Abraham Lincoln pensando a cosa abbiano significato la Fiorentina e Firenze, nel loro percorso. E di vita, loro, con il colore viola addosso ne hanno messa tanta, come uomini di calcio, ma soprattutto come uomini. Nei primi vent’anni di questo secolo non c’è alcun dubbio che abbiano legato a filo doppio la loro esistenza al color viola.

Tante, troppe analogie tra gioie sul campo e dolori fuori, con un epilogo quasi simile, entrando in collisione con i Della Valle. Cesare poi proseguì il suo cammino calcistico al timone della nazionale, mentre Stefano prese posto su di una panchina ambita come quella del Milan. Niente male insomma. Andata e ritorno in viola per entrambi, entrando in simbiosi con l’ambiente viola e non poteva essere diversamente. Lo ha sempre detto l’attuale tecnico viola che la maglia della Fiorentina è la sua seconda pelle, segnata da risultati di prestigio, come le qualificazioni alla Champions e una rincorsa da meno 19 (ridotti a 15) per arrivare comunque in Europa League.

Nel mezzo la tragica scomparsa dell’adorata moglie Manuela. Dolore lenito con il grande abbraccio della città che seppe proteggere e incoraggiare Prandelli nel momento più difficile. Emozioni che non si possono dimenticare, che ti entrano dentro e che ti segna per sempre. Come quel tatuaggio sull’avambraccio che Pioli custodisce gelosamente e che porta con timido pudore ricordando la morte di Davide Astori che come una valanga travolse non solo la Fiorentina, ma l’intero calcio mondiale. Non per niente Ibrahimovic, proprio dal Teatro Ariston di Sanremo, in mondovisione, ha ricordato di recente il Capitano viola durante il Festival della canzone italiana. Così diversi Cesare e Pioli, ma così uguali. Due signori del calcio che la città, indipendentemente dal campo, ha eletto ’fiorentini per sempre’. Uno continuerà a viverci, l’altro quando torna è come se non fosse mai andato via. Perché la vita che metti negli anni a Firenze non la ritrovi da nessun altra parte.