"Io, portafortuna di Sarri: tifo per lui. E sogno di vederlo in viola"

Il tecnico toscano dedica la vittoria dello scudetto con la Juventus ad Aurelio Virgili, figlio del grande "Pecos Bill", leggenda del calcio gigliato

Sarri e Virgili insieme con la "fiorentina". Per ora con la bistecca, in futuro chissà...

Sarri e Virgili insieme con la "fiorentina". Per ora con la bistecca, in futuro chissà...

Firenze, 27 luglio 2020 - "Quella dedica mi ha fatto venire la pelle d'oca, è una bella dimostrazione di amicizia". Il giorno dopo la vittoria dello scudetto della Juventus, il personaggio più cercato è un fiorentino dal cuore viola: Aurelio Virgili, figlio del grande Giuseppe Virgili, indimenticato bomber del primo scudetto gigliato nel 1955-56, diventato famoso con il soprannome di "Pecos Bill". Il motivo? La sua grande amicizia con il tecnico bianconero Maurizio Sarri  e la dedica che Sarri ha voluto fare nella conferenza stampa dopo il successo sulla Samp e la matematica conquista dello scudetto: "Il primo pensiero è al mio staff, alla mia famiglia, penso al mio amico Aurelio Virgili che chiamo la notte per sfogarmi e lui si mette ad ascoltarmi".

Un'amicizia cominciata nel 1999 per motivi di lavoro nel settore bancario (all'epoca Sarri allenava il Tegoleto) con Virgili che sin da subito è una sorta di portafortuna per Sarri. "Io ho un po' la nomea di portare bene. Quando Fuser segnò la famosa rete con cui la Fiorentina vinse con la Juve (era il 6 aprile 1991, la famosa partita in cui Baggio si rifiutò di tirare un rigore contro i viola, ndr) mi ringraziò perché glielo avevo predetto il giorno prima. E' successo anche con altri giocatori. E così, un po' per scherzo, un po' per scaramanzia, Maurizio cominciò a chiamarmi la sera prima delle partite chiedendo aiuto al mio 'fluido' ", dice ridendo Virgili. 

La scaramanzia, in realtà, diventa solo una scusa per sentirsi spesso, chiacchierare di calcio, raccontarsi le vicende familiari e cementare una bella amicizia. Così, di squadra in squadra Virgili segue l'ascesa dell'amico Sarri, aspettando ogni ogni sera prima delle partite la telefonata d'ordinanza. "Se non rispondo, perché magari sono in una zona senza segnale, allora insiste, poi chiama i miei figli, mia moglie, gli amici, finché non mi trova".

Virgili è, ovviamente, tifoso della Fiorentina, ma questo non gli impedisce di gioire per i successi di Sarri, anche alla Juventus. "Io sono tifoso dell'amico, per me è come un fratello, l'ho sempre seguito, tra i dilettanti, a Empoli, Napoli, al Chelsea, ovunque è andato e lo considero uno dei più grandi allenatori del mondo. Ma per me è soprattutto un amico e il nostro rapporto dimostra che l'amicizia supera ogni barriera".

Adesso, ovviamente, lo sentirà prima delle sfide di Champions: "Gli ho promesso a inizio stagione di concentrare il mio fluido più sulla Champions che sul campionato", scherza Virgili che difende l'amico da certe critiche per il suo primo anno in bianconero: "Comunque vada non farà meno di quanto ha fatto Allegri lo scorso anno, non capisco queste critiche. A ogni modo spero che faccia più di Allegri vincendo la Champions, se la meriterebbe, conosco la gavetta che ha fatto, il posto dove è oggi se l'è sudato tutto, nessuno gli ha regalato nulla" .

Accanto all'amicizia per Sarri, però,  c'è anche l'amore per la Fiorentina: "Non sono simpatizzante, sono proprio tifoso. Il mio sogno? Vedere Maurizio sulla panchina viola, sono convinto che con lui vinceremmo il terzo scudetto. Se avrò occasione lo dirò a Commisso".