Editoriale

Italiano e Pioli. Dolore che fortifica

Ripartire. Anche se la testa, inevitabilmente, correrà in fretta ancora là. Ripartire, perché lo sport è uno spettacolo. E sport e spettacolo sono la vita. Quella che poi, nonostante tutto, va avanti. Deve andare avanti.

E quel ripartire per la Fiorentina avrà a suo modo una coincidenza unica. Quasi incredibile. Ci sarà il Milan a incrociare la strada dei viola dopo il dramma della morte di Joe Barone.

E sulla panchina del Milan c’è Stefano Pioli, ovvero l’allenatore che nella tragedia di Astori seppe plasmare un gruppo, uno spogliatoio, che fu capace (nel nome di quel vuoto lasciato da Davide) di fare cose straordinarie.

Pioli, per sensibilità, carisma e coraggio fu un allenatore – un uomo – speciale in quei giorni, in quelle settimane, in quei mesi.

Pioli trasformò il dolore (e non fu affatto facile) un un collante che trasformò la Fiorentina. La fece più bella, più vincente, ma soprattutto più unità.

Ci sarà Pioli, sabato sera, allo stadio di Firenze, lì dove appunto, accese quel miracolo viola nel segno e in memoria di Astori. E chissà quando Pioli e Italiano si saluteranno e abbracceranno, come condivideranno questo strano e ingiusto dolore che in qualche modo ha deciso di accomunarli.

Italiano ha infatti il – non facile – compito di traghettare quella squadra e quello spogliatoio nato e curato da Joe Barone in qualcosa che al posto del dolore faccia rinascere emozioni, risultati, cose belle.

Italiano, di sicuro, ha una personalità forte e al di là delle parole sarà con i fatti con le motivazioni, con quel ricordarsi che la Fiorentina ha un motivo in più per dimostrarsi squadra. Per trasformare qualche sogno in realtà.

Il lavoro dell’allenatore viola – proprio come fu per Pioli – non sarà più quello di allenare al meglio gambe e muscoli dei suoi giocatori. No, il lavoro di Italiano sarà anche e soprattutto quello di lavorare sugli interruttori della testa, della sensibilità e della concentrazione dei suoi ragazzi. Pioli riuscì a mettersi lui al centro di tutto.

Di quel vuoto provocato dalla morte di Astori, di quel credere che il dramma di Udine sarebbe dovuto essere la scossa interiore decisiva per trasformare quell’andare avanti che ti chiedono il calcio, lo sport e la vita, deve distribuire sensazioni positive.

Ecco quello che Italiano dovrà fare con la sua Fiorentina. Anzi, di sicuro l’allenatore viola ha già cominciato questa sua impresa di orgoglio e coraggio. Barone gli avrebbe chiesto di fare questo. Barone avrebbe voluto questo. E la Fiorentina gli avrebbe risposto: ok, direttore.

Quell’ok che Italiano chiederà ai giocatori di rispondere oggi come ieri. Da subito. Da quello strano incrocio con la storia che fu scritta da Pioli.