Tu vuo’ fa l’americano. E insomma Marcellino pane e vino si riconosce nella canzonetta del grande Carosone: valigia pronta, trasferimento imminente in Florida. Per confermarsi re olimpico sui 100, Jacobs si mette nelle mani di un guru a stelle e strisce. Costui si chiama Rana Reider, ha fatto discutere per vicende extra sportive, ma di sicuro conosce il mestiere, visto che allena campioni come il canadese De Grasse e altri pezzi da novanta dello sprint. È giusto? È sbagliato? Il tempo (soprattutto quello dei cronometri di Parigi 2024) dirà. Jacobs ha compiuto una scelta drastica, nonché coraggiosa. Sotto la guida dell’ex triplista Camossi aveva raggiunto il paradiso. Evidentemente qualcosa aveva smesso di funzionare e mettere un oceano tra passato e futuro è indice di una insopprimibile esigenza di cambiare. Tutto, cominciando dalla residenza: addio Desenzano e addio Roma, la strada che porta ai Giochi nella Ville Lumiere passa, paradossalmente, per Jacksonville. Ancora: è giusto o è sbagliato? In casi del genere, una risposta certa non esiste. Bisogna fidarsi dell’istinto del campione, il quale campione sarà il primo a pagare in caso di fallimento. Jacobs non è un bluff e nemmeno una meteora, come pure alcuni sospettano. Ma dipende da lui, solo da lui!, smentire gli scettici. Nell’attesa, buon viaggio.
SportArrivederci Roma. Marcell scatta