"Un dovere tutelare la studentessa molestata"

La rettrice Nuti sulla sentenza del Tar che ha convalidato l’espulsione dalla Scuola Sant’Anna dell’ex fidanzato-stalker della ragazza

La rettrice Nuti

La rettrice Nuti

di Paola Zerboni

"Per mantenere lo status di allievo della Scuola Superiore Sant’Anna non è sufficiente riportare ottimi voti nella propria carriera universitaria. Fondamentale è anche farsi portatori di valori quali il rispetto, l’inclusione, la libertà altrui. Così è previsto dal nostro Codice etico e come riportato nel Regolamento che disciplina le regole di vita collegiale della nostra istituzione". La rettrice Sabina Nuti (nella foto in alto a destra) commenta così la sentenza, emessa il 20 ottobre scorso (e diffusa solo nella tarda serata di martedì) , con cui il Tar della Toscana mette la parola fine alla carriera universitaria di un promettente allievo, espulso dal Senato accademico della prestigiosa scuola di formazione universitaria pisana, in quanto emergono in tutta la loro evidenza i "reiterati e gravi atti persecutori" tenuti dal giovane nei confronti della ex fidanzata, anch’essa studentessa della Scuola.

Episodi sfociati, mesi fa, in un ammonimento formale emesso dal questore di Pisa. La goccia che fa traboccare il vaso, arriva al culmine dell’ennesimo litigio: lui si avventa contro la ragazza, la colpisce con due potenti schiaffi che le fanno sbattere il capo contro la porta. È solo l’ultimo atto di un crescendo pericoloso. "Una pluralità di comportamenti – si legge nella sentenza di merito del Tar – non riconducibili a mere intemperanze sentimentali", ma che assumono sempre più "connotati minacciosi, offensivi e psicologicamente oltre che fisicamente violenti". In mezzo ci sono anche un suicidio inscenato, la minaccia del ragazzo di diffondere foto compromettenti di lei, l’aver finto di essere in fin di vita perché colpito da una grave malattia.

Nei mesi scorsi, pur ritenendo effettivamente gravi le condotte del giovane, il Consiglio di Stato aveva annullato il provvedimento di espulsione della Sant’Anna ritenendolo eccessivamente punitivo, proprio in considerazione del buon curriculum accademico dello studente, che è iscritto a Giurisprudenza. Il Tar ora ribalta tutto, giudica inammissibili i ricorsi avanzati dai legali del ragazzo contro il provvedimento di espulsione, e lo condanna anche a rifondere le spese legali.

"Secondo il Tar – spiega ancora la rettrice della Sant’Anna – i fatti sono stati correttamente percepiti dal Senato Accademico che aveva deliberato l’espulsione. L’applicazione del principio di proporzionalità non può consentire al giudice di stabilire egli stesso (nella decisione del merito del ricorso) se debba prevalere l’interesse pubblico della Scuola o quello dell’incolpato. Il Tar ha sgombrato il campo da qualunque possibile minimizzazione dei fatti. La Scuola, si legge nella sentenza, “non ha solo obblighi formativi, ma ha anche il potere e il dovere di tutelare i propri allievi contro aggressioni “interne“, specie quando offra loro ospitalità“".

"In questa vicenda – sottolinea la professoressa a Nuti – la Scuola Superiore Sant’Anna ha sempre portato avanti una stessa linea di condotta, sottolineando come far parte della nostra comunità significa crescere come allievo e studente e, soprattutto, come persona. Questi due aspetti non possono essere separati e oggi il Senato Accademico rileva con soddisfazione la conferma di questa linea".

Soddisfatto anche il padre della studentessa marchigiana che dopo la riammissione a Scuola dell’ex fidanzato aveva temuto che si potessero ripetere le sue condotte aggressive: "Mi sono preoccupato – ha commentato raggiunto da La Nazione – sempre solo della sicurezza di mia figlia e della sua serenità. La Sant’Anna è un ambiente in cui non riesci a rimanere se non puoi dare il tuo massimo. Sono grato alla Scuola perché ha trattato il caso con la massima attenzione e per avere tutelato mia figlia".