
Parla senese stretto, il miglior giovane della Robur, arrivato a un soffio dal veterano Andrea Giusti, nella classifica finale del...
Parla senese stretto, il miglior giovane della Robur, arrivato a un soffio dal veterano Andrea Giusti, nella classifica finale del Fedelissimo d’Oro. Gabriele Di Paola, classe 2005, il suo attaccamento alla maglia bianconera, lo ha dimostrato dal primo attimo in cui l’ha indossata e soprattutto nella parte finale di stagione, giocando con una borsite alle spalla, stringendo i denti, scendendo in campo con il dolore.
Di Paola, che effetto fa tenere in mano questo riconoscimento?
"E’ una soddisfazione grandissima, fino a dicembre non sapevo neanche di essere in testa, dando per scontato di non poter vincere. E invece… Poi è subentrato Giusti, gli ho tirato un paio di ‘accidenti’ (ride ndr). A parte le battute, sono contento per Andrea: è la definizione del vero professionista: dà sempre tutto, si allena anche il pomeriggio da solo, se lo merita. Io mi accontento anche di questo riconoscimento. Un ricordo di questa annata che terrò sempre con me".
E’ soddisfatto della sua stagione?
"Dal punto di vista personale è andata molto bene, ho fatto tanto minutaggio, gli allenatori, sia Magrini che Voria sul finale, mi hanno lanciato segnali positivi. Se guardo invece al risultato di squadra, a maggior ragione da senese, non è andata altrettanto bene, non siamo riusciti neanche a centrare i play-off. Io mi rapporto ogni giorno con persone che vengono allo stadio, con i tifosi. Andare in giro e sentire parole poco lusinghiere, per chi è di Siena è ancora più spiacevole. Nei miei confronti, però non ci sono state".
Ha giocato con il dolore. "Mi sono fatto male alla terza di ritorno. Se mister Voria mi ha schierato è perché aveva fiducia in me, io non potevo tirarmi indietro. Anche prima di Grosseto mi ha chiesto se ce la facessi, gli ho risposto di sì. La voglia di giocare è sempre tanta, se si può resistere si resiste. Ovviamente il dolore mi ha un po’ condizionato, ero arrivato alla fine, non ce la facevo più. Durante l’estate avrò la possibilità di curarmi per bene".
C’è una partita in cui si è detto: ‘Ce l’ho fatta, sono un giocatore del Siena.
"Ancora non me la sento di dirlo. Per me il Siena è quello che gioca in Serie A e mi auguro che possa tornare a quei livelli, anche se io probabilmente non ci sarò. Ma la la partita che mi porterò nel cuore, è il derby con il Livorno al Franchi, uscire dal sottopassaggio e vedere una barriera di tifosi bianconeri mi ha emozionato tantissimo, avevo il sorriso stampato in faccia. Nonostante il risultato la sera andai a letto che avevo ancora i brividi".
Angela Gorellini
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