PAOLO BROGI
Sport

La Robur secondo mister Bellazzini. Idee, corsa, velocità e qualche rischio

"C’è tutto da costruire partendo da zero". I più attenti ricorderanno questa frase, una delle prime, pronunciata dall’allenatore bianconero Bellazzini...

"C’è tutto da costruire partendo da zero". I più attenti ricorderanno questa frase, una delle prime, pronunciata dall’allenatore bianconero Bellazzini...

"C’è tutto da costruire partendo da zero". I più attenti ricorderanno questa frase, una delle prime, pronunciata dall’allenatore bianconero Bellazzini...

"C’è tutto da costruire partendo da zero". I più attenti ricorderanno questa frase, una delle prime, pronunciata dall’allenatore bianconero Bellazzini in occasione della sua conferenza stampa di presentazione. Detta così può essere un qualcosa che spaventa, Uno si immagina una ripartenza senza certezze, con tempi dilatati per mettere insieme un gruppo che funzioni davvero, a meno che tu non abbia fuoriclasse da inserire in distinta. Spesso nel calcio è così, ma nella nuova Robur, quella 2025-2026, c’è qualcosa che già piace, a prescindere da cosa accadrà strada facendo.

E’ bastato il test di domenica pomeriggio, tra altro non ufficiale e contro i ragazzi della Juniores, per capire che ci sono idee precise, da mettere in pratica sul rettangolo verde, che possono davvero portare a qualcosa di buono. Lui, mister Bellazzini, è un martello inarrestabile, che entra addirittura in campo durante il gioco (nella foto) per spiegare meglio cosa vuole dai suoi ragazzi. La squadra poi si è piazzata subito in campo con una specie di 3-2-2-3, per i nostalgici del calcio che fu il classico WM con tanto quadrilatero a centrocampo. Anni fa il citato modulo era super celebrato addirittura, con le dovute proporzioni, utilizzato dalla grande Ungheria degli anni ’50 del guru Sebes e prima ancora dall’Arsenal di Chapman. Ribadisco, con le dovute proporzioni, visto che stiamo parlando di formazioni plurivittoriose e con grandi campioni.

Qui invece siamo in Serie D, con tanti volenterosi ragazzi che cercano di affermarsi in un mondo in apparenza dorato come quello che calcio e che in campo sputano l’anima. Le prime indicazioni vedono l’undici di Bellazzini che aspetta il pressing dell’avversario sulla linea di difesa per eluderlo e rovesciarsi in avanti a tutta velocità creando una superiorità numerica spesso letale. Gli esterni d’attacco restano altissimi, i due uomini subito dietro alla prima punta giocano la palla spesso in profondita proprio ad innescare le già citate ali. La palla gira da destra a sinistra e viceversa con rapidità, sempre a cercare lo spazio libero. Insomma, anche se siamo soltanto alle ‘prime prove’ è un qualcosa di molto gradevole da vedere e dovrebbe esserlo ancora di più quando certi movimenti, con o senza palla, saranno mandati aa memoria dai giocatori bianconeri. Quelli che erano al Ghiviborgo con Bellazzini sanno già di cosa si tratta, gli altri lo scopriranno da ora in poi.

La nuova Robur desta almeno una certa curiosità, anche se è presto per tutto, anche solo per capire cosa potra riservare la prossima stagione. Di certo ci sono dei rischi da calcolare, magari quelli di subire un po’ troppi gol proprio come il Ghiviborgo dell’anno scorso, a patto però di segnarne tanti come quella squadra, con alla guida il tecnico adesso in bianconero, sapeva fare. Il famoso spettacolo, quello che secondo me fa rima solo con vittoria, sarà comunque garantito, con giornate di gioia e altre di rabbia. Speriamo molte delle prime e quasi nessuna delle altre.

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