Barocco in villa tra ragione e follia

Alla tenuta di Argiano terzo appuntamento del festival

L'ensemble La ragione e la follia (foto Roberto Testi)

L'ensemble La ragione e la follia (foto Roberto Testi)

Montalcino, 4 settembre 2021 - La cornice senza dubbio è piena di fascino, anche se tanti luoghi belli possono essere inadatti all'esecuzione musicale. Invece il cortile interno della villa al centro della tenuta vinicola di Argiano ha non solo una forma architettonica di grande eleganza, ma un'acustica perfetta. Una rarità per concerti che si tengono all'aperto e perfetta per un repertorio barocco che spesso è reso grazie a strumenti di potenza sonora (come il clavicembalo) diiversa da quelli attuali. Il progetto del direttore artistico Antonio Artese ha previsto cinque appuntamenti in questa sede inusuale per i concerti.

Il programma presentato dall'ensemble La ragione e la follia (Maria Luigia Borsi, soprano - Alberto Bologni, violino - Brad Repp, violino - Luigi Puxeddu, violoncello - Gabriele Micheli, clavicembalo) ha mostrato il passaggio dal recitar cantando all'opera con alcuni temi e personaggi in evidenza. I due giganti Georg Friedrich Haendel e Antonio Vivaldi, la presenza del tema della follia che si è accompagnata a danze dal ritmo ternario su cui erano costruite alcune arie in scaletta, e compositori come Barbara Strozzi e Joseph Dell'Abaco meno eseguti ma degni di attenzione.

Una sorta di Baroque Greatest Hits condotto con gusto e maestria dagli esecutori che provengono da importanti carriere artistiche. La curiosità maggiore riguardava Maria Luigia Borsi, nota per la sua abituale presenza in teatro con le opere di Puccini e Verdi, ma che nei brani barocchi ha mostrato di essere completamente a suo agio (specialmente in Che si può fare di Strozzi e in Lascia ch'io pianga di Haendel), I  quattro strumentisti hanno ben assecondato il compito della voce, regalando due estratti idalle stagioni vivaldiane (i primi movimenti di Autunno e Inverno) generalmente ascoltati con l'orchestra d'archi.

I brani erano introdotti dagli esecutori in italiano e inglese, con una dose di informalità molto gradita da un pubblico attento. La platea di spettatori forse era più attratta dalla tenuta e dalla vocazione vinicola del luogo, ma la musica, atttaverso gli esecutori, è stata protagonista assoluta.