Mps, guerra con Bastianini e Bivona. L’inchiesta ‘segreta’ a una svolta

A Milano la banca si oppone alla richiesta d’archiviazione nei confronti dell’ex ad e del ‘grande accusatore’

L’ex amministratore delegato di Banca Mps, Guido Bastianini

L’ex amministratore delegato di Banca Mps, Guido Bastianini

Siena, 17 giugno 2022 - L’udienza davanti al gip Sofia Fioretta è fissata a Milano il 14 luglio. Il giudice dovrà decidere se accogliere l’opposizione di Banca Mps alla richiesta di archiviazione presentata dai pm Paolo Filippini e Giovanni Polizzi, dell’indagine che vede indagati, da più di un anno, l’ex amministratore delegato del Monte, Guido Bastianini, e Giuseppe Bivona, ’dominus’ di Bluebell Partner e grande accusatore degli ex vertici Mps, in particolare Alessandro Profumo e Fabrizio Viola. L’ipotesi di reato è manipolazione del mercato e insider trading, sarebbero coinvolti anche giornalisti. L’inchiesta tenuta segreta a Milano per un anno, è stata rivelata da Emiliano Fittipaldi, con un articolo su "Domani". Che ripercorre le ’relazioni particolari’ tra Bastianini e Bivona, iniziate prima che il manager diventasse ad delegato del Monte, a maggio 2020. E fa emergere uno scenario di contatti, fughe di notizie, articoli che anticipavano piani industriali, lanci di agenzia su utopistici aumenti di capitale grazie all’emissione di bond Mps, che riassumono la convivenza impossibile tra la presidente Patrizia Grieco e la maggioranza del consiglio d’amministrazione, con l’ex ad e i suoi supporter nella struttura della banca e nel cda.

I legami con i deputati 5Stelle, le forzature sul piano ’stand alone’, i ripetuti tentativi di trovare un accordo sulle richieste di risarcimento danni, soprattutto con i fondi Alken e York, con accantonamenti per centinaia di milioni. Serve ricordare che Giuseppe Bivona è il consulente dei fondi che chiedono danni al Monte e avrebbe vantaggi milionari nel caso di transazioni concordate. Altro punto contestato a Bastianini, l’insistenza nel richiedere azioni di responsabilità nei confronti degli ex vertici Mps. Tutte richieste bocciate dal consiglio d’amministrazione e dall’azionista di maggioranza, il Mef.

Il 14 luglio il gip deciderà se chiudere l’inchiesta, anche perché i pm non possono fare approfondimenti perché sono state negate le intercettazioni e le acquisizioni dei tabulati telefonici. O accogliere l’opposizione di Banca Mps, assistita a Milano dall’avvocato Paola Severino, già ministro della Giustizia. Nel frattempo un altro gip, Guido Salvini, citato anche lui nel corposo articolo di "Domani" per le telefonate con Bivona, dovrà decidere se rinviare a giudizio, assieme a Profumo e Viola, altri tre ex presidenti Mps e un ex ad, per la questione dell’accantonamento di crediti deteriorati per diversi miliardi di euro.

Ieri è andata in scena un’altra audizione davanti alla commissione d’inchiesta per la morte di David Rossi, il manager Mps caduto dalla finestra. E’ stato sentito il suo amico e collega David Taddei. Il 23 giugno sarà il turno di Antonio Degortes, imprenditore e figlio del re dei fantini del Palio, Aceto. Parlerà dei presunti festini e delle denunce contro "Le Iene".