REDAZIONE SIENA

Una società americana studia i bottini di Siena

I tecnici sono stati ieri in quello di Fontanella, il giorno prima in Fontenuova. Digitalizzazione tridimensionale

Tutto pronto. Il cancello che conduce al bottino di Fontanella si apre. Sono le 9. Entrano alcuni tecnici con caschetto di protezione e telecamera. Si scoprirà più tardi che serve per una riproduzione tridimensionale del ’ ventre’ di Siena. Studio che è costola di un progetto più ampio che riguarderà il patrimonio sotterraneo più bello della città a cui nel periodo del Covid è stato impossibile accedere per le consuete visite guidate.

L’esperto che guida la piccola spedizione parla americano. Ad attenderlo in cima alle scalette c’è la giovane interprete. L’ispezione dura a lungo, fino alla tarda mattinata il gruppo di studio si è trattenuto all’interno del bottino di Fontanella, meno conosciuto forse ma particolarmente antico tanto che alcuni lo fanno risalire agli Etruschi. Quanto alla fonte accanto all’ingresso risale sicuramente a prima del 1263. Essa, come spiegano le guide, è dotata di un bottino autonomo che non risulta collegato alla rete principale, con la volta a capanna.

Ad eseguire le indagini di rilievo e documentazione, spiega Palazzo Pubblico, fondamentali per effettuare la digitalizzazione delle mappe dei bottini è una società americana, la Global Digital Heritage, d’intesa con la Soprintendenza. E’ quest’ultima, infatti, che ha chiesto al Comune di mettersi a disposizione per consentire l’effettuazione della delicata e importante operazione. E avere dunque una visione tridimensionale grazie all’aiuto del laser-scanner. Ieri i tecnici, che si sono avvalsi anche di un volontario de La Diana, si sono concentrati su Fontanella, il giorno prima erano invece nel bottino di Fontenuova. E non si esclude, spiega ancora Palazzo Pubblico, che possano tornare per una nuova campagna sulle fonti monumentali.

Laura Valdesi