
Un Reggimento nella multisala. Sanò alla guida dei napoleonici per la proiezione del kolossal
In quasi trenta anni di attività sono stati da Waterloo a Lipsia, da La Coruna a Malojaroslavec, compresa una deviazione fuori tema a Gettysburg. Venerdì sera quindici appartenenti al 113° Reggimento di fanteria di linea francese, gruppo di rievocazione storica strutturato con maniacale filologia, sono stati ospiti della multisala Omnia Center a Prato, per assistere alla prima del Napoleone di Ridley Scott, ovviamente con uniforme e moschetto d’ordinanza. Tra loro, capo del battaglione, chef du battaillon insignito sul campo, Antonio Sanò, conosciutissimo ex consigliere comunale, dirigente d’azienda e di Contrada. É tra coloro - "toscani e triveneti", precisa - che nel 1994 dettero vita a questo singolare intreccio di passione storica e vocazione alla ricostruzione fin nei dettagli di un’epoca e delle condizioni dei soldati. "Nel 1990, da appassionati di storia napoleonica, andammo a vedere la rievocazione di Waterloo da spettatori: fu una folgorazione, ci dicemmo che cinque anni dopo ci saremmo stati anche noi, non ci siamo più fermati", racconta Sanò, snocciolando date e luoghi di un’attività che è più di un semplice passatempo.
"L’ambizione è ricostruire fedelmente un’epoca – spiega Sanò – nella simulazione delle grandi battaglie dell’epoca, ma anche delle condizioni di vita dei soldati, dal dormire in tenda all’organizzazione quotidiana, ai regolamenti militari. Un grande gioco che ha alle basi profonde conoscenze della storia militare e non solo".
Venerdì sera si sono presentati alla multisala un’ora prima dello spettacolo, attirando la curiosità e le domande dei tanti presenti. E poi hanno assistito alla proiezione del film nella fila loro riservata. "Ringraziamo molto la direzione della multisala perché è stata una serata davvero particolare", afferma Sanò. E il film? Che impressione hanno avuto i napoleonici dei tempi nostri? "Da vedere, sicuramente, con alcune cose bellissime – afferma Sanò – ma anche con alcune inesattezze grossolane. È vero che noi ci accorgiamo anche se una giberna è sbagliata, ma Napoleone che guida una carica a sciabola sguainata proprio non si può vedere: non l’ha mai fatto! Però capisco che ci possono essere esigenze di copione, meno mi è piaciuta una certa impostazione ideologica nei confronti della Rivoluzione".
In ogni caso l’opportunità è stata unica, per un gruppo di amici attivo anche sul fronte culturale, come dimostra la partecipazione al restauro di una bandiera del secondo reggimento italico al museo Stibbert a Firenze. A oggi sono cinquanta i numeri di matricola del Reggimento. "Si va dal tamburino ventenne al capo di battaglione che di anni ne ha 77", che poi sarebbe lui stesso, Antonio Sanò. Pronto a partire per la prossima rievocazione napoleonica in qualsiasi parte del mondo.