Uccise un giovane a Sinalunga: il pastore torna nella casa del delitto

Ricostruita da Giulio Sale la dinamica alla presenza del pm e del perito balistico

I carabinieri davanti alla casa dell'omicidio nel maggio 2018

I carabinieri davanti alla casa dell'omicidio nel maggio 2018

Sinalunga (Siena), 19 gennaio 2019 - Il pastore è tornato sul luogo del delitto. Nella casa di via Umberto I a Sinalunga, venerdì poco dopo le 9, Giulio Sale è arrivato accompagnato dagli agenti della polizia penitenziaria. L’inchiesta sull’uccisione del 22enne Andrea Ndoja, avvenuta in questa abitazione nel maggio scorso, si è arricchita di un’ulteriore tessera. E’ stata infatti ricostruita, proprio con l’aiuto dell’uomo che si trova in carcere per omicidio, la dinamica di quei momenti drammatici alla luce delle risultanze di cui la procura attualmente dispone. 

Diverse le persone che hanno preso parte alla ricostruzione dell’episodio. A partire dal pm Nicola Marini, poi gli avvocati del pastore e della famiglia del 22enne ucciso, Barbara Mercuri e Antonio D’Orzi. Il perito balistico Paride Minervini a cui il magistrato ha affidato una perizia, punto cardine dell’inchiesta, unitamente ai carabinieri che hanno svolto gli accertamenti. E’ spuntato anche un manichino che, di solito, viene utilizzato nelle simulazioni per delineare la traiettoria dei colpi. In questo caso uno che avrebbe preso al collo Andrea Ndoja, esploso da una Beretta. Proprio quella che la procura aveva mandato ad analizzare ai carabinieri del reparto investigazioni scientifiche in primo luogo per capire chi la impugnava. Se Ndoja, come avrebbe inizialmente riferito da Sale, parlando di un colpo partito accidentalmente in un breve parapiglia. Oppure in realtà proprio dal Sale che se l’era portata dietro raggiungendo la sera del 9 maggio la casa di via Umberto I a Sinalunga, al civico 54. 

Non deve  essere stato facile tornare lì per il detenuto, 45 anni che viveva a Foiano della Chiana in località Ponti di Cortona, dove teneva pecore e altri animali. E ripetere, alla presenza degli investigatori e del pubblico ministero, quanto raccontato anche di recente su quella sera. A partire dal momento in cui ha bussato alla porta facendo soltanto qualche passo. Ad aprirgli è stato Ndoja, ma in realtà pare che Sale non cercasse il giovane albanese, piuttosto un suo amico. 

Certo anche il colpo nel muro è stato oggetto della ricostruzione fissata in un filmato dagli investigatori in maniera da avere un quadro importante di elementi su cui contare. L’inchiesta dopo questa ricostruzione che si è protratta per circa un’ora, potrebbe davvero essere alle battute finali. Sapremo se tiene l’ipotesi della legittima difesa, che era stata valutata in avvio, oppure se gli accertamenti hanno consolidato quella dell’omicidio volontario.