Siena, 11 ottobre 2024 – “Ora non ha più un gioiello. Dopo due furti in casa e la truffa di martedì le hanno preso davvero tutto. Persino la sua fede e quella di mio padre che non c’è più”, racconta amareggiato Fabrizio Grazzini. La madre di 87 anni, che vive in strada dell’Arbiola, è stata raggirata con il trucco del finto carabiniere che chiede denaro e preziosi per sistemare le cose dopo che il figlio ha avuto un terribile incidente. “Ma io non ho avuto alcun sinistro”, aggiunge ricostruendo la storia già raccontata ai carabinieri di viale Bracci dove mercoledì ha accompagnato sua mamma. “Cosa posso raccomandare? Attenzione perché non hanno scrupoli con le persone fragili”, dice Grazzini.
Il copione quale è stato?
“La prima telefonata intorno alle 12 e, con l’Arma abbiamo verificato che l’hanno tenuta al telefono più di un’ora. Le hanno detto che suo figlio Fabrizio aveva avuto un incidente. Che avevo provocato ferite gravi ad un ragazzo di venti anni e lo stavano operando. Conoscevano il mio nome, quello di moglie e fratello. Bene informati”.
Attori molto abili.
“Sì, perché lei sentiva qualcuno che diceva ’Aiutami, mammina! Sono rovinato!’. Ha udito queste parole. Ed il finto carabiniere al telefono che le spiegava del rischio di essere arrestato. Poi ha tirato fuori la storia che le due agenzie di assicurazione delle parti avevano necessità di denaro a garanzia del loro intervento. Lei, comprensibilmente, è andata in confusione. Anche se c’era stato un precedente...”
Cosa era accaduto?
“Circa un anno fa avevano provato a raggirarla ma non era andata a buon fine. Perché c’era una signora che capì cosa accadeva e quindi riattaccò”.
L’uomo all’altro capo del filo parlava italiano?
“Sì ed aveva un atteggiamento particolarmente autoritario. ’Stia zitto, signor Grazzini’, ha detto tenendo sempre mia madre al telefono. Comunicandole poi che le avrebbe mandato un collaboratore”.
Il complice si è presentato in strada dell’Arbiola.
“Intorno alle 13, poco più. Non era in divisa, vestito bene. Moro, giovane. E’ a lui che ha consegnato tutti i gioielli che è riuscita a trovare. Anche pezzi di grande valore affettivo, come la catenina con il cuore contenente la foto di mio padre, il braccialetto che aveva al polso e la collanina al collo. Le fedi di entrambi i genitori. Poiché dovevano essere solo a garanzia, sarebbero stati restituiti successivamente, li ha anche pesati. Circa tre etti. Poiché ancora non bastava gli ha consegnato i 400 euro che aveva in casa. Pensare che martedì ero stato da mia madre fino a dopo le 11. Forse qualcuno faceva da palo e osservava. Non so spiegarmi”.
Come si è accorta della truffa?
“L’uomo al telefono le ha detto di chiamare dopo il 112 per avere informazioni. Lei l’ha fatto sentendosi rispondere ’non abbiamo nessuno qui, le mandiamo una pattuglia che è stata vittima di una truffa’. Sono arrivati, mi hanno avvertito. Sono corso lì, quando mamma mi ha abbracciato ancora tremava. Era scossa”.
Le hanno chiesto anche il bancomat?
“Sì, quello di colore scuro andava bene, quello colorato no. Dunque niente da fare”.
Telecamere di videosorveglianza?
“Purtroppo non ci sono ma le installerò. E anche nella zona niente che ci possa aiutare. Ho raccontato questa storia perché spero che possa essere utile per mettere in guardia altri anziani e anche i loro cari”.