ELEONORA ROSI
Cronaca

Tea Room in pausa, il nuovo Re Artù. Come cambia la mappa dei locali

Lo storico locale a Porta Giustizia si prende un inverno sabbatico. La riapertura con il nome di un tempo

Tea Room in pausa, il nuovo Re Artù. Come cambia la mappa dei locali

Tea Room in pausa, il nuovo Re Artù. Come cambia la mappa dei locali

C’era una volta il popolo della notte. Erano gli anni ‘80, l’epopea dei locali notturni si apriva anche a Siena con l’apertura del Queen Elisabeth Pub in Pantaneto, primo tassello del puzzle della città degli studenti. Solo in seguito arriveranno il Bistrot nel Porrione, il 115 e le osterie ad animare le notti dei giovani universitari senesi. La stagione d’oro sarà quella degli anni ‘90, con la fioritura dei locali musicali e non (come l’allora giovanissimo Cambio), che proseguirà nei primi 2000 con La Diana e il Cacio e Pere.

Un trend che si è fermato nel nuovo decennio e ha visto cambiare radicalmente la geografia della vita notturna della città, segnata dalla continua perdita di quelli che un tempo erano baluardi della notte. L’ultimo potrebbe essere il Tea Room, locale storico in via di Porta Giustizia, che ha annunciato, via social, l’intenzione di prendersi un ‘inverno sabbatico’.

Tra i primi a fare musica dal vivo tra torte, tè e cioccolate calde, capaci di portare a Siena negli anni ’90 una celebre band come gli Avion Travel di Beppe Servillo, il Tea Room è stata una certezza degli ultimi decenni, raccogliendo giovani e meno giovani di ogni provenienza nelle fredde serate invernali. Con la chiusura (anche solo temporanea) del Tea Room, viene a mancare un importante tassello dell’offerta serale, quello di un locale intimo e tranquillo, in cui si poteva sedersi e ascoltare musica dal vivo di qualità.

Una via particolarmente densa di locali e affollata durante la notte è Pantaneto, luogo prediletto dagli studenti di tutte le facoltà dell’Università, che la sera scelgono uno dei tanti bar della strada o addirittura si lanciano nel cosiddetto ’giro dei bar’ facendo un tour dei locali e prendendo un cocktail in ciascuno.

Il ’giro dei bar’ è divertente per molti studenti, ma è anche conseguenza della scarsità di proposte per la vita notturna offerta dal centro storico. Anche per questo la vita movida senese sembra essersi spostata sempre più fuori città. Lo racconta Niccolò Haskaj, stabilmente nell’ambiente da dieci anni, che dopo un’estate al bar in Fortezza si sta preparando ad un inverno come responsabile di sala e del personale alla discoteca Papillon.

"Oltre al classico ricambio generazionale, negli ultimi anni il Covid ha segnato un momento chiave per il mondo della notte. Dopo due anni di stop c’è stata una forte ripartenza, un anno molto positivo – ha detto Haskaj -. Sicuramente in questi anni l’intrattenimento notturno è cambiato. A livello di affluenza ogni locale ha una storia a sé, negli ultimi dieci anni sia la clientela che il modo di vivere la discoteca si sono trasformati, le nuove generazioni hanno una mentalità diversa".

Un cambio, quindi, sia quantitativo che qualitativo: "Le discoteche erano tutte praticamente piene ed era diverso il modo di far festa; adesso c’è la discoteca che fatica di più rispetto all’altra, prima forse era un po’ più omogenea la situazione dei locali a Siena – ha spiegato Haskaj -. L’anno passato c’è stato un po’ meno affluenza del previsto, ma non la definirei una situazione critica e spero che non sia mai critica. Io ho lavorato anche fuori provincia e lì il quadro è completamente diverso, le cose vanno meglio a livello di affluenza e di spesa media dentro i locali. Mi viene da pensare che la particolarità di Siena si fa sentire anche per la vita notturna. E’ facile capire che, ad esempio, quando c’è la discoteca in contrada tanti giovani contradaioli non andranno all’evento in discoteca ma rimarranno in contrada".