Strade e ferrovie I mali del secolo

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È uno dei temi ricorrenti di ogni campagna elettorale a ogni livello, da queste parti, e quella per le regionali non ha fatto difetto. Le carenze infrastrutturali storiche (dalle strade alle ferrovie) sono state al centro di molti passaggi prima delle regionali e a Giani verranno ricordate spesso.

La premessa è d’obbligo: la Regione non ha competenze specifiche (che spettano a Rfi, Anas, Governo), ma il ruolo di partecipazione e sollecitazione politica è ovviamente rilevante e in alcuni casi può essere decisiva. E allora tornerà d’attualità l’accelerazione per il completamento della Due Mari: qualcosa si è mosso, ma ci sarà da riparlarne. Così come il riavvio dell’iter per il completamento della Cassia da Monteroni d’Arbia al capoluogo, annunciato dal ministro De Micheli (foto) a tre giorni dal voto, appunto).

E poi la partita delle partite per cambiare modello di mobilità: rendere cioè attrattivi i collegamenti ferroviari tra Poggibonsi-Siena-Chiusi. C’è una spinta all’elettrificazione, ma è chiaro che in assenza del raddoppio della linea, o quantomeno della creazione di più punti di interscambio tra le due direttrici e dell’addolcimento di alcune curve, la riduzione costante dei tempi di percorrenza resterà una chimera. Su questo fronte la Regione può sicuramente intervenire per proporre soluzioni e stimolare la ricerca di fondi, anche perché impatta direttamente sulla sostenibilità dei trasporti.

Capitolo a parte lo scalo di Ampugnano. In campagna elettorale Giani è inizialmente uscito con una posizione a favore dell’ampliamento. Poi, a fronte delle rimostranze di Pd locale e Comune di Sovicille, ha fatto marcia indietro: "Ne riparleremo più avanti". Anche se pare difficile, finché resta sospeso il destino di Peretola, ipotizzare una valutazione su Ampugnano (qualunque essa sia) slegata da un ragionamento complessivo sul sistema aeroportuale toscano.

O.P.