Squarci: "In un mondo senza certezze siamo ricchi avendo le Contrade"

Il rettore del Magistrato lancia però un monito: "Dobbiamo fare attenzione, non ci sono diritti acquisiti"

Squarci: "In un mondo senza certezze siamo ricchi avendo le Contrade"

Squarci: "In un mondo senza certezze siamo ricchi avendo le Contrade"

di Laura Valdesi

SIENA

Sono le radici di Siena, il valore che la rende unica: le Contrade. Ma c’è necessità di fare squadra per affrontare le sfide future "affinché – osserva il cardinale Augusto Paolo Lojudice rivolto ai priori – possiate continuare a custodire e tramandare tale ricchezza, voi da protagonisti e noi partecipando a questa bellezza". E’ gremito il duomo vestito a festa per Sant’Ansano, c’è il senso di comunità e di famiglia . Ci sono i bambini e gli anziani. C’è Siena. Con il suo orgoglio e la sua singolarità, a volte difficile da comprendere fuori dalle mura. Eppure cemento di una comunità che prova a rifuggire l’omologazione.

"Un giorno di festa che cade in un momento di grande tensione che attanaglia il mondo e anche noi senesi. Dire che sono venute meno le certezze del passato, sia a livello locale che mondiale, può apparire scontato. Però credo – rivendica il rettore del Magistrato delle Contrade Emanuele Squarci all’inizio della messa – che noi alcune certezze le abbiamo. Sono quelle che derivano dalla fortuna di essere nati in questa città, senesi e contradaioli. Fortuna che non dipende dai fasti del passato ma neppure è sminuita dalle difficoltà che la città ha affrontato. Più volte sconfitta ma sempre fiera del suo essere diversa". Squarci prosegue sottolineando come "nell’attuale società dell’individualismo dove l’io ha soppiantato il noi, appartenere a qualcosa non è facile. Ma a Siena abbiamo la fortuna di appartenere alla nostra Contrada, di essere parte di una comunità che accompagna lungo l’arco della vita. Comunità certo non perfette – ammette il rettore – tavolta un po’ litigiose e polemiche, ma sempre ricche di qualità e di buona volontà, piene di persone capaci e generose. Pronte a mettersi a disposizione degli altri con impegno e altruismo, dimostrando di essere capaci di fare quadrato fronteggiando ogni minaccia. E’ questa la nostra specificità, il nostro modo di essere che viene da lontano". Squarci però mette anche in guardia: "Dobbiamo fare attenzione, non ci sono diritti acquisiti, tantomeno nulla è scontato in questa nostra realtà così particolare. E non sempre apprezzata in un mondo globalizzato proiettato verso l’omologazione del pensiero e di tutto. Mantenere questa realtà inalterata, rinnovandola ogni giorno per tramandarla alle giovani generazioni senesi, è una sfida complessa che richiede impegno, onestà intellettuale da parte di ciascuno di noi. Tutti consapevoli che l’interesse e il benessere di ciascuna piccola ’patria’ non possono prescindere da quelli generali".

I temi della pace e del ’no’ alla violenza, sono stati il dna dell’omelia del cardinale Lojudice che ha ricordato anche il priore della Giraffa Raffaello Ginanneschi, scomparso proprio il primo dicembre di un anno fa a soli 55 anni. Pace, si diceva. Un tema caro a Papa Francesco e al pastore della chiesa senese il quale ha ricordato "che non si può chiedere se nel cuore non ci sono sentimenti buoni". E ancora: "In passato si era pensato che la strada militare fosse l’unica via di uscita ma oggi è dimostrato che occorre il dialogo senza il quale non si raggiunge la pace". Parla ai giovani, Lojudice, invitandoli ad accettare ed elaborare i fallimenti che portano a volte come extrema ratio anche ai femminicidi. Conclude invitando ciascuno ad essere "educatore, diventando esempio e testimonianza credibile, punti di riferimento per tanti che sono smarriti". Al termine della messa saluta le suore che da alcuni giorni vivono in via dei Fusari, grazie a cui sarà possibile il progetto di apertura della chiesa della Santissima Annunziata come luogo di preghiera, raccoglimento, confessione e anche di eventi.