
Federico Fabbri
Siena, 7 settembre 2022 - Quanta strada ha fatto Federico Fabbri. Sembra un secolo da quando debuttò in Piazza, nel giugno 2018 per le prove all’alba, raccontando di essere cresciuto pensando di correre il Palio. E magari di assomigliare ad Aceto, «il primo professionista – disse quattro anni fa – che ha dato un’impronta diversa alla figura degli ’assassini’». Non aveva dormito, la notte prima dei giri sul tufo all’alba. E quando il suo primo sogno era stato realizzato, piedi per terra: «So che non è nulla ma da qualche parte bisogna pure iniziare. Io non mollo, ci voglio provare». Senza questa premessa non si capisce cosa ha significato per Federico Fabbri, senese della Torre, 22 anni, vincere il Memorial Pioli oggi a Castel del Piano che ha già lanciato tanti fantini importanti. «Dove voglio arrivare? Si sa, a correre il Palio. Ma sono dell’idea che ogni cosa ha i suoi tempi, non bisogna fare il passo più lungo della gamba perché si casca in terra. Meglio un passo dopo l’altro senza voler fare più di quello che si sa. Quando indossi un giubbetto serve un bagaglio di esperienza che ad ora non ho. Ma imparerò e arriverà il momento anche per me», annuncia Fabbri. Montavi la cavallina Zeniata della scuderia di Giosué Carboni, fantino con cui hai un legame solido perché quando lui si mise in proprio nel 2016 l’hai seguito. «Zeniata è una sorta di portafortuna per me. Mi regala sempre belle emozio ni. Tutto quello che faccio con lei è positivo. Ho vinto la tratta a luglio e anche ad agosto. E adesso il Memorial. Era pronta anche per il Palio, non l’hanno voluta e allora l’abbiamo portata qui. Anche a Castel del Piano non è rientrata nei quattro scelti ma ha vinto il Memorial. Ci tenevo tanto ad arrivare primo. Per i giovani fantini come me c’è la possibilità di farsi vedere soprattutto nelle corse a primavera perché poi entrano in scena quelli affermati. Da quando ho corso a Casole non ho più rimontato nei palii, questa era un’opportunità per me. L’ho detto a Giosué ed eccomi sull’Amiata». Una dedica speciale per questa vittoria. «Naturalmente a Giòsuè, a chi mi ha dato grande fiducia quando ha avuto l’infortunio facendomi montare tutti i cavalli, alla mia famiglia, alla mia ragazza Aurora ma soprattutto a suo nonno Marcello che non ha passato un bel periodo. Mi ha detto ’Vai piano, però se questa volta vinci dedicalo a me’. Così ho fatto». Oltre alla passione dei cavalli, cosa piace a Federico? «La caccia! Come tutta la mia famiglia e quella di Aurora, compresa lei. Il 18 c’è l’apertura: sono anche fortunato perché quando inizia la stagione finisce quella dei paliotti e quando partono le corse la caccia è ormai terminata».