di Laura Valdesi
SIENA
"Questo processo ha toccato le persone nel loro intimo, nell’appartenenza alla Contrada che a Siena è vita. Ha inciso sui sentimenti positivi, quindi l’esito della vicenda giudiziaria, un’assoluzione, a maggior ragione dà soddisfazione. E ci deve far guardare, seppure in modo attento, con maggiore ottimismo al futuro delle nostre Contrade", spiega il priore del Nicchio Davide Losi che mercoledì era in tribunale. In segno di vicinanza, come hanno fatto anche i suoi predecessori, a chi da quasi otto anni viveva sotto la spada di Damocle di un’indagine, sfociata poi nel processo, che riguardava 30 contradaioli ma, in realtà, toccava appunto al cuore la città. Senza leggere le motivazioni del giudice Elena Pollini che ha assolto 27 contradaioli condannandone tre a una multa (due dell’Onda e uno del Valdimontone) difficile dire "se questa sentenza – aggiunge Losi – potrà essere utile anche per il procedimento relativo ai fatti del 2018 ma ovviamente ce lo auguriamo". L’onorando dei Pispini evidenzia come la valenza più importante del pronunciamento sia appunto "per i contradaioli coinvolti che hanno visto riconosciute le loro ragioni grazie alla difesa dell’avvocato Luigi De Mossi che li ha seguiti dal punto di vista tecnico ma anche umano. Ma di significati ne ha anche per la Contrada. Tutte le dirigenze che dal 2015 si sono susseguite, io da ultimo, si sono occupate della questione molto delicata cercando di sostenere e supportare sia la difesa che i ragazzi. La tutela di questi contradaioli (erano 7 del Nicchio, ndr) rappresentava la difesa di un modo di vivere della nostra città. E le numerose argomentazioni spese, oltre ad essere frutto dell’impegno e della capacità di chi le ha esposte, sono anche ulteriore espressione dell’attaccamento ad uno stile di vita che si ispira al confronto, alla salvaguardia delle tradizioni, dei colori e dell’identità. Occasione per dimostrare anche il rispetto che le Consorelle tutte nutrono nei confronti di quanto fanno quotidianamente e al contempo il coraggio nel difendere il nostro agire perché ci crediamo". Losi conferma che l’assoluzione nei Pispini è stata accolta con soddisfazione da tutti "perché ciascuno si riteneva toccato da una vicenda che non reputava giusta".
"Aspetto per fare valutazioni il deposito delle motivazioni, siamo ancora troppo ’a caldo’. Piena fiducia nel percorso giudiziario ma i nostri contradaioli – osserva il priore dell’Onda Massimo Spessot – sono persone in gamba, intelligenti ed equilibrate. Hanno tutto il nostro pieno appoggio". E se il rettore del Magistrato delle Contrade Emanuele Squarci per adesso "si limita a prendere atto della sentenza in attesa delle motivazioni", il priore del Valdimontone Lucia Cresti parla di "enorme soddisfazione per i contradaioli che hanno avuto giustizia. Molta solidarietà, vicinanza ed un immensodispiacere per il montonaiolo non pienamente assolto da un pronunciamento che non era peraltro assolutamente scontato. Aspettiamo ora con massima cautela di leggere le motivazioni, alla luce di ciò sarà più facile parlarne. Le parole migliori sono state espresse riguardo all’esito della vicenda dagli avvocati. Continueremo ad essere presenti alle udienze del processo tuttora in corso, com’è stato per quello sui fatti del 2015".