Siena, 12 settembre 2024 – Sciopero di due ore tra la fine del primo e l’inizio del secondo turno e presidio davanti alla fabbrica. E’ mobilitazione nello stabilimento senese di Beko Europe, che conta 299 lavoratori. A fronte dell’improvvisa chiusura di due siti produttivi in Polonia e del trasferimento della produzione in Turchia, è scattata la protesta per le ripercussioni che tali provvedimenti avranno sul territorio nazionale.
In attesa di un nuovo incontro al ministero delle Imprese e del made in Italy, alla luce del «silenzio assordante» opposto dalla multinazionale alle ripetute richieste di condivisione del piano industriale presentate dai sindacati, ieri la produzione si è fermata in tutti i cinque stabilimenti italiani. Quello di Siena viene considerato quello maggiormente a rischio, in quanto l’anno si chiuderà con una produzione di 267mila pezzi (congelatori), cioè il minimo storico. Da oltre un anno i lavoratori, nonostante il passaggio da Whirlpool a Beko Europe lo scorso aprile, si trovano in cassa integrazione in media per 7-10 giorni al mese con conseguente ’taglio’ degli stipendi.
"Beko deve dire che cosa vuole fare – tuonano i sindacati senesi di cartegoria –. Lo sciopero di due ore e il presidio di oggi sono il primo passo per dare un segnale forte, perché questa non è solo una vertenza di Siena, ma coinvolge tutto il territorio”. In particolare viene rivolto un appello a Palazzo pubblico, dove la maggioranza è di centrodestra, affinché solleciti il Governo a convocare il tavolo ministeriale. Intanto qualcosa sembra muoversi: Valerio Fabiani, consigliere del presidente della Regione Giani con delega alle crisi industriali, ha convocato per l’8 ottobre un tavolo a Firenze per fare il punto della situazione e tentare una mediazione tra le parti.