"Restammo nell’ufficio di Rossi un minuto e mezzo. Era in ordine"

Sentito in commissione d’inchiesta Careddu, il carabiniere che salì alla Rocca con Cardiello. Registrazioni radio utili per gli orari

L’appuntato scelto Pietro Careddu durante l’audizione a Roma

L’appuntato scelto Pietro Careddu durante l’audizione a Roma

Siena, 6 maggio 2022 - Fu tra i primi, il 6 marzo 2013, ad entrare nell’ufficio di David Rossi. L’appuntato scelto Pietro Careddu, ora in servizio alla Compagnia di Poggibonsi, racconta alla commissione parlamentare d’inchiesta che gli fu ordinato di andare con il luogotenente dell’Arma Marcello Cardiello a Rocca Salimbeni. "Salimmo all’interno con uno dei due poliziotti (della Volante che avevano incrociato con il collega del Radiomobile nei pressi del vicolo dove la questura giunse per prima, ndr). L’ufficio era chiuso a chiave, entrai con Cardiello e uno degli agenti. Restammo un minuto al massimo. In mia presenza nessuno toccò niente. Ricordo bene - dice - la finestra aperta. Il luogotentente disse ’date un’occhiata se c’è un bigliettino di addio’. A vista non fu notato niente, nel cestino non guardammo. L’ufficio venne poi richiuso".

Di quella visita lampo, normale che non c’è alcun verbale, chiedono l’onorevole Andrea Rossi e il vice presidente Luca Migliorino. "Non l’ho ritenuto opportuno, mi era stato solo chiesto di andare con il maresciallo dentro l’ufficio", spiega Careddu per nulla stupito che quella sera ci fossero tanti ufficiali: "Era una situazione un pochino particolare, trattandosi di Mps e del capo della comunicazione. Normale che anche le alte sfere arrivassero sul posto". Conferma che fu Cardiello, uscendo dalla Rocca, a chiedergli di andare a prendere a casa il pm Nicola Marini. Cosa che fece, lasciando poi il magistrato davanti al Monte dove lo attendeva il luogotenente (ma non ricorda di aver visto altri sostituti) per poi tornare nel vicolo a presidiare. Lì era giunto con il collega, il brigadiere in pensione Rocco Gaudino, ultimo dei quattro carabinieri sentito ieri dalla commissione a cui ha riferito della chiamata via radio dalla centrale per cui giunsero dalla zona di Pescaia in via dei Rossi in pochi minuti. Intorno alle 21. E qui rimase fino a mezzanotte: "C’era molta gente? Non era un porto di mare", ribatte Gaudino. "Interessante – nota Migliorino – il fatto che vengano registrate le conversazioni via radio di servizio. Sapendo il numero della pattuglia si può fissare l’ora esatta". Su tale direzione la commissione si muoverà.

Ad inviarli nel vicolo era stato il brigadiere capo in pensione Angelo Ciampi che prese la telefonata in cui Bernardo Migrone segnalava una persona che si era buttata nel vicolo. "Avvertii la polizia (quella parte del centro era di sua competenza, ndr), poi se non ricordo male mi chiamò il colonnello Aglieco (comandante provinciale, ndr) chiedendo cosa era successo. Disse solo che era fuori, in centro. Dovevo far convergere le pattuglie lì per ragioni di ordine pubblico, così inviai la stazione di Asciano e il Radiomobile". A confermarlo è anche il collega con lui al centralino, il brigadiere capo Alessandro Scarfone. Che aggiunge un particolare: di aver avvertito il tenente colonnello Rosario Mortillaro ma anche che era disponibile il cellulare del magistrato di turno "e al 90% all’epoca c’era anche il nome". Chiede più volte Migliorino, nel corso delle audizioni, se "quella sera c’era stata un’operazione speciale in centro dei carabinieri che non è mai stata detta. E’ stato alle Logge del Papa? Al pronto soccorso?", domanda a Gaudino. Ma è l’onorevoole Rossi a svelare "che alle 19 (i militari del Radiomobile, ndr) comunicarono alla centrale che non potevano essere impiegati, dovevano restare a disposizione del tenente. Risulta dal materiale a disposizione".

La.Valde.