REDAZIONE SIENA

Quando la tecnologia ci fa stare male

Il digitale sta provocando fenomeni che sono una piaga sociale come cyberbullismo e perdita di valori

L’uomo ha bisogno della tecnologia informatica, infatti essa ci ha semplificato la vita: internet e PC sempre più veloci ci hanno permesso di fare cose impensabili in passato stando comodamente seduti a casa, senza considerare che, dal 2019, con la pandemia, senza la tecnologia non saremmo potuti andare a scuola.

Quando la tecnologia è positiva?

Se la utilizziamo per messaggiare con persone che conosciamo, informarci, interagire velocemente, fare ricerca.

Quando, invece, è negativa?

Se usata troppo, con navigazioni continue, può causare dipendenza e isolamento dalla realtà e gli effetti negativi possono essere sia fisici che psicologici. Quindi bisogna stare attenti e non abusare degli strumenti tecnologici; in altre parole, internet sì, ma con prudenza!

Un altro pericolo poi è il cyberbullismo, un fenomeno sociale che indica una forma di violenza agita da una o più persone nei confronti di altre, considerate più deboli; un atteggiamento di prevaricazione attraverso la “rete” che è divenuto una “piaga” del nostro tempo e colpisce in prevalenza i giovani, che si trovano sia nella veste di vittima che in quella di “carnefici”. I cyberbulli possono rovinare la reputazione digitale di qualcuno in un attimo: basta inviare su un gruppo whatsapp anche ristretto, un video o foto che diventano virali in brevissimo tempo o maltrattarlo verbalmente sui social. Se un bullo, rispetto a un cyberbullo, può farti male anche fisicamente, entrambi comunque provocano dolore nella vittima: anche da dietro uno schermo, con le parole, si può colpire chi legge. Ogni insulto è una ferita che non guarirà facilmente! Non sempre i cyberbulli agiscono intenzionalmente; tutti noi possiamo assumere questo ruolo quando diffondiamo notizie su una persona per far ridere gli altri, senza pensare che quella potrebbe stare male. Questo avviene anche perché siamo abituati a lasciarci andare maggiormente quando abbiamo davanti un dispositivo anziché un essere umano.

Il cyberbullismo può avere conseguenze molto serie, come provocare insicurezza personale o nel rapporto con gli altri, difficoltà di inserimento nella società, mancanza di autostima, stati di ansia, indurre al consumo di alcool o droghe, fino ad arrivare al suicidio, come nel caso di Carolina Picchio, una ragazza di 14 anni che si uccise gettandosi dalla finestra di casa sua. A Carolina è dedicata la prima legge in Europa sul cyberbullismo (712017). Da un’inchiesta del Ministero dell’Istruzione inoltre, il 68% dei ragazzi ha ammesso di aver assistito ad atti di bullismo e il 61% ha dichiarato di averlo subito.