Quando Craxi arrivò sulle lastre

Una foto una storia Lo scatto di Mattioli immortala il segretario del Psi negli anni d’oro del garofano rosso

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Sono gli anni d’oro del Partito Socialista, la cui crescita sembra inarrestabile. Augusto Mattioli coglie il senso di una visita senese del segretario del partito Bettino Craxi. La politica dell’ago della bilancia, della disinvolta lettura del voler amministrare, con la sinistra quando si affronta il localismo, con il centro se invece si guarda al concetto nazionale, sta offrendo i più rosei risultati.

Circondato dal gotha senese, eccolo al termine di un appassionato discorso che sicuramente avrà infiammato la platea senese: siamo del resto nei sentiti anni finali della prima Repubblica e si deve mettere in evidenzia che il Partito Socialista, con assoluta lungimiranza, sapeva già distinguersi, rispetto agli altri partiti, sapendo porre già una particolare attenzione all’immagine, quella che possiamo oggi chiamare "politica visiva" e che dal 1976, l’anno dell’elezione di Craxi, già sapeva sperimentare iniziative di auto-rappresentazione. Che poi il tutto sia imploso in una dramma politico di stampo tutto italiano, quasi da opera lirica ottocentesca, mettendo a nudo tutti i limiti della nostra struttura strategico-morale, non ci toglie il valore del grande investimento fatto dagli uomini del Garofano Rosso sull’informazione. Siamo nei primi anni delle televisioni e radio locali, l’investimento degli uomini del Partito Socialista andava soprattutto in due direzioni, lo stile faraonico, e un po’ all’americana, dei congressi con larghi apparati scenici che solleticavano l’emotività dei presenti, e la modernizzazione dei simboli, a cominciare proprio dall’adozione del garofano rosso. Certo, tutto finì nel lancio di monetine, ma come dimenticare, siamo nel 1985, il valore della crisi di Sigonella, gesto teatrale di grande effetto ma anche di profondo significato. Tanto da venire anche oggi spesso ricordata come una delle poche azioni che suscitano negli italiani un brivido di fiera autonomia. Ecco quindi l’amato-odiato Craxi che si confronta nel 1979 con il suo mondo elettorale senese, che ha avuto esponenti di rilievo e anche di un certo spessore, talvolta ondivaghi, ma indubbiamente si parla di uomini con un retroterra politico-amministrativo di tutto rispetto.

Resta più di un certo ricordo, resta il peso di uomini che oggi, probabilmente, saprebbero districarsi fra le mille difficoltà di questo oscuro presente. Ma non basta questo, tanto che il processo, vero, a quell’epoca deve ancora essere fatto dalla storia. E occorreranno ancora molti anni e la scoperta di chissà quali scottanti documenti. Massimo Biliorsi