REDAZIONE SIENA

Pisano, il Wahrol della Val d’Orcia che ha scelto di creare le sue opere in un agriturismo

Definirlo l’Andy Wahrol della Val d’Orcia suona bene, ma in realtà può risultare un po’ limitativo. Perché l’arte ultra-contemporanea di Andrea Pisano prende spunto dalla curiosità dell’artista ed è talmente attuale che è già proiettata in un futuro da dipingere, proviene dal Rinascimento e fa tappa nel Barocco, abbraccia il surrealismo, ed appunto, la Pop-Art. Napoletano di nascita, ma è cresciuto fra Montepulciano e Pienza, dove vive e lavora, in un agriturismo in piena campagna. Fino al 28 dicembre Pisano è protagonista della mostra “Da Zero a Infinito” alla Galleria Dantebus Margutta di Roma; una personale che ha avuto un’ottima risposta di pubblico nonostante le limitazioni Covid, e che sarà visibile anche nel catalogo disponibile alla stessa galleria (ma anche su Amazon e all’agriturismo Fontebertusi). La sua arte digitale parte dai ritratti degli austeri cardinali del passato, alle icone pop del Novecento, compresi tutti i “grandi” che se ne sono andati nel 2020, da Ennio Morricone a Paolo Rossi, da Gigi Proietti a Maradona. "Le mie opere digitali – spiega Pisano – nascono da un grande lavoro di ricerca, da uno studio approfondito, dei periodi e dei personaggi; un lavoro durato tre anni in cui ho prodotto 300 opere. Scelgo i temi a me più cari, parto da un’immagine e poi la lavoro al computer, la personalizzo, la attualizzo, la rendo viva, attraverso il colore e le sfumature". E così passare da Simon&Garfunkel a Madonna, da Alberto Sordi a Lucio Dalla o Monica Vitti il passo è immediato: "Mi piacerebbe molto – confessa l’artista – portare questa mostra nel mio territorio, magari già dalla prossima primavera". Palazzi e sale espositive non mancano, e portare i personaggi di Pisano in terra di Siena. Proiettato nella sua epoca contemporanea, in un’ottica universale ma legato alla terra in cui vive: "Devo molto a questo territorio – ammette Pisano – la tranquillità, la quiete, i colori, i tramonti, sono tutti elementi fonte di riflessione e di grande ispirazione. E’ qui che ho deciso di vivere e di lavorare" dice di fronte allo sguardo perentorio dei ‘suoi’ cardinali che sotto la sua mano assumono mutazioni nel colore della pelle, dei capelli, del corpo e vedono comparire sulle proprie vesti simboli che si sostituiscono a quelli araldici dei propri stemmi. Infine il responso della critica: “Andrea Pisano apre la porta del tempo, spalancando al mondo molteplici dimensioni in infiniti stili ed epoche tra il siamo, il fummo, il potevamo essere ed il saremo. L’arte deve scolpire l’eterno”.

Lorenzo Benocci