"Pagai 480 euro per 2 bracciali a Siena": storia di una tragica rapina

In aula il pm Sara Faina ascolta testimoni che ricostruiscono la trattativa per l'acquisto dei gioielli della pensionata uccisa e l'acquisto di un tranquillante. Il pm ha anche ascoltato due addette di un supermercato e un giovane di Poggibonsi.

"Fu una trattativa abbastanza veloce. Mi mostrò due bracciali d’oro per i quali consegnai una somma in contanti di 480 euro. Mi fece anche vedere un anello importante con diamanti. Lo informai che occorreva mandarlo in laboratorio per la valutazione, lo riprese e disse che semmai sarebbe tornato", racconta in aula il commesso di una gioielleria di Poggibonsi. I braccialetti erano della pensionata uccisa. Il pm Sara Faina gli mostra l’anello: lo riconosce. Era poi stato sequestrato al 39enne ucraino, difeso dall’avvocato Alessandro Buonasera. "Si presentò una donna con un anello d’oro con pietra. Era straniera, uscì dal negozio poi rientrò", riferisce invece la ex commessa di una gioielleria senese. Per dimostrare che quel giorno zio e nipote si trovavano in Largo Sassetta il pm ha ascoltato rapidamente due addette del supermercato della zona: una conferma di aver notato due persone un po’ sospette che si guardavano intorno, riconoscendo solo l’imputato. L’altra fornisce dettagli sullo scontrino che documenta l’acquisto di succo, probabilmente quello in cui sarebbe stato messo del tranquillante poi bevuto dalla pensionata ma che non funzionò a dovere. Fra i testimoni sentiti ieri infine un giovane di Poggibonsi che accompagnò con l’auto a casa il 39enne ucraino, facendo tappa in un bosco dove l’uomo scese e poi risalì.