
Alle 19.48 è il primo a sbloccare il clamoroso impasse generato dai dati ufficiali del Comune, fermi alle poche decine di voti delle prime 3 sezioni su 50. Fabio Pacciani arriva nella sede del Polo Civico Siena e concede la vittoria a centrodestra e centrosinistra, riconoscendo che per la coalizione da lui guidata non c’è spazio al ballottaggio. "L’avventura si conclude in questa fase, è stata una bella esperienza, ma uso una metafora paliesca: chi perde ’un cogliona", dice Pacciani. Come a dire - e infatti subito dopo lo dirà - che non ci sono scuse da accampare, ma solo da riconoscere la volontà dei cittadini: "Il bello è che alla fine prevale la democraizia e per questo il risultato va accettato, al di là dello sconforto. Bisogna togliersi il cappello di fronte alla scelta dei cittadini e fare i complimenti a chi è andato al ballottaggio, di fronte avranno un compito impegnativo".
Ma cosa non ha funzionato? Perché ancora una volta i civici sono arrivati a un passo dal ballottaggio ma non sono riusciti a colmare la distanza? "Credo che non sia stata raggiunta la consapevolezza di poter essere liberi dai partiti – afferma Pacciani –, è una visione diversa dalla nostra perché speravamo di farcela da soli. Ma al tempo stesso questo non è un dramma, perché i partiti ci rappresentano nell’arco costituzionale".
Un’uscita di scena in stile (tanto è vero che si concede una battuta: "Cosa non rifarei? Non perderei le staffe...") ma anche l’auspicio di poter giocare un ruolo anche da qui in avanti. "Ci ritroveremo subito – afferma Pacciani – auspico che la coalizione possa restare tale anche in questa fase. Mi sembrerebbe giusto che possa evere una continuità, come riconoscimento per tutti coloro che si sono impegnati e per tutti i cittadini che ci hanno dato fiducia".
Intanto una certezza: "Resterò in consiglio comunale, è giusto così per tutti coloro che mi hanno dato fiducia". E una valutazione sul numero dei votanti? "Alla fine mi sembra che il dato non sia negativo, teniamo rispetto al passato e siamo più alti nei confronti di Pisa e Massa. I numeri non sono più quelli del passato, ma la partecipazione c’è stata".
O.P.