
Nottola, il sindacato medici accusa: "Pronti allo stato d’agitazione, la situazione è insostenibile"
"Questo ospedale si potenzia, e quindi si salva, mettendo in campo azioni adeguate, o si abbandona al proprio destino? È il tempo delle scelte". È la domanda di fondo dell’assemblea sindacale Anaao, aperta alla cittadinanza, in programma lunedì 6 a Nottola. "Il personale medico e sanitario dell’ospedale di Nottola è pronto a proclamare lo stato di agitazione per protestare contro condizioni di lavoro difficili e precarie a causa della cronica carenza di organici", denuncia il sindacato.
L’iniziativa si aprirà alle 14 con i saluti di Francesco Carbone e Flavio Civitelli, segretario aziendale Asl Tse e vicesegretario nazionale di Anao Assomed e l’introduzione di Pierino De Silverio, segretario nazionale del sindacato. A seguire ’Lo stato dell’arte a Nottola, con Ernesto Casorelli, responsabile Anaao a Nottola. Poi la discussione moderata dai rappresentanti Anao Ernesto Casorelli, Concetta Liberatore e Simona Zacchei, presenti - si annuncia - la direzione aziendale dell’Asl Toscana sud est, delle istituzioni regionali e locali, delle associazioni del territorio.
"La situazione dell’ospedale di Nottola è oggi insostenibile – sostiene Anaao – e richiede l’attenzione di cittadini e autorità competenti. Il personale medico-sanitario è stanco di sopperire con il proprio impegno a una carenza di attrattività professionale del presidio, caratterizzata da concorsi vacanti o fughe verso altre sedi. Tale disagio non causa solo malcontento e stress, ma anche un incremento degli eventi avversi e del rischio sanitario per i pazienti. Questa situazione è divenuta inaccettabile".
Tra i temi da affrontare, si prosegue, il "clima di incertezza e diffidenza", il "contesto di scarsità e precarietà di personale e investimenti.
Sotto accusa, "la mancanza di una visione di prospettiva a supporto della sanità pubblica locale, alla base della crisi di Nottola, avvolto in una sorta di immobilismo culturale-organizzativo che costringe il presidio a centralizzare-esternalizzare alcune prestazioni a più elevato valore professionalizzante. Questo determina una difficoltà a reclutare professionisti, per loro natura interessati alla qualità del lavoro e alla crescita professionale, e la fuga di quelli che ci sono verso altre sedi o verso il privato. Così, il rischio di un Ospedale svuotato da competenze e personale non ci sembra lontano a venire ma già in atto".