"Natale alle terme grazie a corridoi sicuri Nessuno può rilanciare Chianciano da solo"

Massimo Caputi, presidente di Federterme: "La Regione ci aiuti a modificare il Dpcm. La società ristrutturi i debiti, poi l’alleanza per ripartire"

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di Pino Di Blasio

Massimo Caputi, presidente di Federterme, è impegnato su più fronti per rilanciare un settore tra i più colpiti dalla pandemia. Prima con il Governo, per attenuare i divieti dei Dpcm; poi con la Regione, che dovrebbe diventare protagonista per difendere i gioielli della corona toscana; infine con Chianciano, tra soci e istituzioni delle Terme, ora che si prepara a diventare l’azionista di maggioranza.

Come sarà il Natale per il settore termale?

"Il nuovo decreto - risponde Massimo Caputi - consente l’accesso alle strutture termali per chi deve fare terapie e trattamenti autorizzati dal sistema sanitario. Il Governo non ha ritenuto di chiudere gli alberghi. Chianciano, Montepulciano, Casciana, Saturnia, Rapolano, possono aprire perché sono dotati di presidi sanitari e trattamenti mirati".

E’ una boccata d’ossigeno?

"No, non lo è, perché la mobilità è ridotta e non si può andare alle terme per piacere. Toscani e non toscani possono venire solo con prescrizioni mediche".

Sembra una beffa....

"Per questo è auspicabile che si modifichi l’ultimo Dpcm, bastano piccole variazioni. Come prevedere l’accesso agli alberghi attraverso corridoi sicuri, andare da casa in hotel senza stop intermedi. Anche perché la filiera termale toscana ha dimostrato di essere sicura".

Basta questo per convincere il Governo?

"Le Terme hanno rispettato le regole, non hanno avuto contagi, hanno applicato il protocollo ’terme sicure’ da aprile, superando sia la prima che la seconda ondata. E’ sufficiente regolare l’accesso agli alberghi e stabilire i corridoi sicuri".

Quanto sono calati i fatturati?

"L’aspetto più grave riguarda i lavoratori in cassa integrazione, che acuisce la depressione generale. La perdita economica subìta dalle aziende non trova certo sollievo dai ristori e da somme risibili. Il settore alberghiero nazionale, solo a Natale, aveva fatturati di 15 miliardi di euro, oggi praticamente azzerati. 75mila dipendenti, 2.500 solo in Toscana rischiano la cassa integrazione".

Chiede l’aiuto della Regione?

"Sarebbe auspicabile che la Toscana intervenisse verso il Governo. Il presidente Giani, che si è tenuto la delega alle terme, dovrebbe sostenere la nostra istanza dei ’corridoi sicuri’. I complessi termali toscani alimentano un intero circuito produttivo, sono tutti in luoghi che consentono un’economia ’stellare’. Portano benefici a tutte le aziende, dai ristoranti alle cantine, dai negozi a tutto il resto. E le terme non sono neanche stagionalizzate, vanno bene tutto l’anno".

A Chianciano l’assemblea le ha dato l’ok come socio di riferimento delle Terme.

"Il percorso è complesso, non sarà un passaggio immediato. La società delle Terme di Chianciano dovrà attuare in autonomia la ristrutturazione finanziaria. Qualunque partner subentri nella gestione non può pagare i debiti del passato".

Saranno i soci a pagare?

"In base all’articolo 67 della legge fallimentare, tocca alla società varare un piano di ristrutturazione con le banche e i fornitori. Se entrassimo prima della ristrutturazione, l’apporto di capitale fresco servirebbe solo a pagare i debiti, come è accaduto in passato".

A quanto ammontano?

"Stando ai bilanci, sono circa 6 milioni e mezzo di euro. Al conto vanno aggiunte le pesanti perdite del 2020, con i fatturati di 6 milioni di euro del 2019 sparitii. Ma Chianciano ha potenzialità enormi, nonostante la crisi ha mezzo milione di presenze".

Su cosa punterebbe per rilanciare le terme?

"Il brand è ancora valido, ma bisogna puntare su un prodotto omogeneo connesso con la Valdorcia. Devi vendere terme, vino, paesaggio, cibo e arte per riqualificare quest’area. Serve la coesione con tutte le categorie economiche, cantine vinicole comprese".

Cercherà alleati?

"Nessuno può salvare le terme di Chianciano da solo. Vorrei un’alleanza con imprenditori, Comune, Regione, lavoratori del settore. Un progetto di tre anni per il rilancio. Ma non mi chieda cifre ora, nessuno può quantificare gli investimenti, prima di ristrutturare i debiti".