
Sopralluogo degli inquirenti (foto Paolo Lazzeroni)
Monteriggioni (Siena), 16 giugno 2019 - Riccardo Corsi, il 53enne morto carbonizzato nella sua auto a Strove, nelle immediate vicinanze di Monteriggioni, era da tempo il contabile di una ditta di spurgo di Poggibonsi, settore al centro alcuni mesi fa, proprio in Valdelsa, di brutte faccende. Prima un’azienda chiamata in causa nella vicenda degli appalti pilotati in cui rimase coinvolto l’Acquedotto del Fiora, poi l’incendio dell’auto di una dipendente di un’azienda di spurgo ‘rea’ di essere andata a lavorare in una ditta concorrente nel settore dei rifiuti.
Il rogo dell’auto, preceduto da minacce e intimidazioni varie alla donna, era sfociato nell’arresto di un 38enne e di un 51enne di Poggibonsi. Il primo era un dipendente della ditta lasciata dall’impiegata, l’altro è un amico dell’uomo. Ma la tragica morte di Riccardo Corsi sembra del tutto estranea a queste faccende.
Certo, gli inquirenti vogliono vederci chiaro fino in fondo, dandoci dentro con accertamenti e controlli a tappeto che sono andati avanti per tutta la giornata di ieri e che continueranno anche oggi. Del caso si stanno occupando ben due pm, Niccolò Ludovici e Valentina Magnini, che hanno disposto l’autopsia sulla salma proprio per fugare ogni dubbio e fare completa luce sulla morte di Riccardo Corsi.
Una morte per certi versi assurda, dopo una serata trascorsa con amici in un noto ristorante di Poggibonsi. Poi accade che il destino, che quanto a cinismo non ha rivali, ti metta nel mirino e ti giochi uno scherzo micidiale, disegnando una trama che ha dell’incredibile: un malore, l’auto che esce di strada e va a finire in un campo quando sei già vicino a casa, tu che non riesci a farla ripartire, le fiamme che avvolgono l’abitacolo e nel giro di qualche minuto scrivono la parola fine. Una morte orribile, inaccettabile, arrivata dopo una serata di allegria, una di quelle serate tra amici in cui a tutto pensi tranne che a morire.