
Una pagina del calendario
Montepulciano (Siena), 7 gennaio 2023 - Una ferita sempre fresca quella della chiusura del tribunale di Montepulciano. Avvenuta formalmente il 13 settembre 2013, momento a partire dal quale tutti i nuovi procedimenti dovevano essere portati a Siena. Per gli addetti ai lavori e per i cittadini, per Montepulciano e l’intero sud senese, una perdita pesante. "Nel 2023 ricorre il decennale di tale triste data e proprio per questo è stata presa l’iniziativa di realizzare il calendario: per non dimenticare", scrive nella presentazione l’avvocato poliziano Daniele Chiezzi che ha partecipato a tutte le manifestazioni prima per contrastare la chiusura e poi per sollecitare la riapertura del tribunale in via di Voltaia nel Corso. Dodici immagini che raccontano, abbinate ad un mese, i 23 anni trascorsi fra l’attivazione del polo giudiziario, in quello che fino al 1979 era stato un collegio vescovile, e la chiusura nel 2013 a cui seguì la soppressione dell’Ordine degli avvocati di Montepulciano da gennaio 2015. Un tema, la perdita di questo importante servizio, che è ancora molto sentito. Così da un’idea di Piero Menconi (che ha acconsentito alla pubblicazione delle immagini e lo ringraziamo) con la collaborazione dell’avvocato Chiezzi e di Paolo Barcucci, ha preso le mosse il calendario 2023 stampato dalla Tipografia Madonna della Querce.
Chiezzi, sottolineato come "la politica tutta, a livello nazionale, ha contribuito a toglierci il nostro tribunale", ripercorre le tappe della battaglia. Ricorda che rimase un’attività residuale fino al 27 giugno 2014. E come l’allora custode Valdambrini chiuse l’edificio e, pur in pensione da anni, continuava poi volontariamente la sua opera di monitoraggio del palazzo, dalle luci accese alle porte, alle finestre aperte nella sede del tribunale inaugurata agli inizi degli anni ’90 perché gli uffici precedenti nei palazzi tra via Ricci e piazza Grande non erano adeguati. C’erano tre aule per le udienze, in via di Voltaia, e avrebbe potuto funzionare ancora a lungo ma, dopo neppure 20 anni, la chiusura definitiva in meno di un triennio. Il Comune non ha potuto fare altro che cercare di riutilizzare al meglio gli spazi desolatamente privati della funzione per cui erano stati adeguatamente progettati. Ora al secondo piano c’è l’Agenzia delle entrate, al primo l’istituto di musica, dall’altra parte l’Inps. Al piano terra ulteriori uffici e spazi per associazioni. "Ovviamente – conclude Chiezzi ma questo è il messaggio del calendario – il sogno, non solo mio, ne sono sicuro, sarebbe di riportare tale edificio al suo precedente splendore ben ricordato nella scritta che sovrasta il portone ’Palazzo (di) giustizia’".