
di Massimo Cherubini
Per raccogliere i marroni, le pregiate castagne dell’Amiata, c’è da attendere ancora una settimana. I pregiati frutti sono ancora all’interno del riccio attaccato ai rami della pianta. La stagione è in ritardo. Che potrebbe anche rivelarsi un bene perché un po’ di pioggia le fa ingrandire e migliorare. "Sì - conferma Andrea Tassi presidente dell’Associazione ‘Promozione Amiata’ – la stagione è in ritardo, Purtroppo anche con meno prodotto. Si prevede, rispetto allo scorso anno, una diminuzione intorno al cinquanta per cento. Tutto è legato all’andamento della stagione, alla natura. Meno raccolto, ma sicuramente, ottima qualità".
Il presidente svolge questa attività "per passione e per incrementare il reddito familiare. Passione e tanta voglia che esercito, insieme agli altri dell’Associazione, per valorizzare i prodotti della montagna e il marrone dell’Amiata che, specialmente nelle piante sul versante senese, era stato un po’ abbandonato. Sono state innestate piante nuove che oggi danno un’ottima qualità di frutto", speiga. La pianta del castagno esce dalla ‘mazzata’ che ha subito per i danni provocati dal cinipide. "E’ stato un attacco che ha distrutto, per molto tempo, il prodotto. Per eliminare questo parassita c’è voluto un po’ di tempo. Ora, almeno da noi dove, ripeto, i castagni sono giovani, più resistenti, pare sia passata. Ma nessuno si illude perché prima o poi si ripresenterà in quanto ha un andamento ciclico". Un lavoro, quello della cura dei castagni, della raccolta del frutto e della sua selezione, impegnativo. "Soprattutto quando si deve selezionare il frutto – dice ancora Andrea Tassi –. Nel mercato, indirizzato per lo più a venditori locali, vengono immessi marroni di prima e seconda scelta. Buoni entrambi, cambia solo la consistenza e la grandezza". Il valore del mercato è difficilmente quantificabile. La quantità del raccolto cambia. Difficile dire quanti quintali verranno venduti. Di certo è il prezzo. Il marrone viene smerciato al pubblico, nei negozi della zona, intorno ai 7 euro al chilo. Quelli che finiscono nei mercati delle grandi città raggiungono anche i 10 euro al chilo. "La nostra Associazione – ripete il presidente – non è impegnata solo alla valorizzazione delle castagne ma di tutti gli altri prodotti della montagna. Ne abbiamo diversi dalla pera picciola, alle marmellate, davvero straordinari".