REDAZIONE SIENA

"Le Contrade non sono tappezzeria. Comunità democratiche e di valori"

Il messaggio del priore Mocenni ’sposato’ dal sindaco. Ieri prima uscita pubblica di Tittia dopo l’infortunio

"Le Contrade non sono tappezzeria. Comunità democratiche e di valori"

di Laura Valdesi

SIENA

Il messaggio del priore Benedetta Mocenni – "Le Contrade non sono tappezzeria ma comunità democratiche e intrise di valori, il Palio non è una sfilata di persone in calzamaglia ma è vita" – viene sposato subito dal sindaco Nicoletta Fabio. Ieri nella Selva, un po’ anche casa sua visto che il padre Massimo era stato maggiorente di Vallepiatta, per il ricevimento delle autorità e la consegna dei talleri. Sul fronte paliesco, da registrare proprio qui la prima uscita pubblica di Tittia dopo l’infortunio al piede nel Palio del 16 agosto. E’ arrivato insieme alla sua Ilaria, appoggiandosi alle stampelle, ma a cerimonia terminata ha scacciato subito i dubbi: "Sto meglio, la mattina un pochino rimonto, qualche passeggiata a cavallo la faccio. Il prossimo anno? Nessun problema". Dà buone notizie su Abbasantesa "che migliora e spero fra qualche mese di portare a casa. Dovrebbe fare la fattrice da noi, ho un mezzo accordo con l’ex proprietario sardo". Poi i cavalli nuovi a scuderia, il gruppo di colleghi che lo affianca e che dice, non cambierà (video su www.lanazione.itsiena). Per Tittia tante strette di mano durante l’ingresso dei capitani al ricevimento, da quelli più lontani strategicamente agli altri invece vicini. "Chi ha ucciso il Palio? Io indiziato nel Numero Unico della vittoria? Come ha detto il capitano – ribatte scherzando – è in realtà sempre vivo, nessuno lo può uccidere".

La Selva ha lanciato un altro segnale, già alla presentazione del Numero Unico: semplicità. Niente sfarzi inutili. "Abbiamo deciso nessun gigantismo divertendoci con allegria ma conservando la misura". Concetto, quello della sobrietà, che il sindaco Nicoletta Fabio sottolinea e apprezza. Ma il priore Mocenni, un nome che ha scritto la storia della Selva e non solo (il padre Flavio ieri sera in prima fila), ha colto l’occasione del ricevimento delle autorità per una breve riflessione su Siena e sul Palio. "Ogni Contrada sa che insieme rappresentiamo la città. Ciascuna Consorella è una piccola comunità democratica, una palestra di democrazia e confronto. Rivendico – si rivolge in primis a sindaco e prefetto – la forza dei valori civili e di solidarietà di cui le Contrade sono portatrici". Invita a leggere in questo contenitore di passioni e di generosità, di amore e di forza appunto "le asperità della festa, i piccoli eccessi", conquistando l’applauso di tutte le dirigenze presenti. Ricorda che il Palio cambia e con esso le Contrade, adeguandosi ai tempi senza tuttavia perdere l’identità. E con un pizzico di orgoglio conclude "che la Selva dimostra che se abbiamo intelligenza, astuzia, se si sanno sfruttare le occasioni complice la fortuna si può arrivare in alto. La Selva è - termina – e vi informo che la Selva sarà".

Un abbraccio inviato virtualmente a Luca Targetti, prima che il capitano vittorioso Alessandro Giorgi inviti a leggere il Numero Unico: "Il Palio è forte, è vivo, non si uccide. La città ha passato due anni senza Carriere e sa cosa vuol dire non averle avute durante il covid". Invita i colleghi che, seppure dalle angolazioni di ciascuna Contrada "dimostrano di volere bene a Siena", comunque "a non pensare che ogni cosa sia scontata e dovuta". Attenzione e cura, dunque, come sempre. "Ho sentito parole che condivido molto – osserva il sindaco Fabio – , alla lettera quanto detto da Benedetta e Alessandro che sono amici. Concetti che andranno ripetuti, sì nulla è scontato". Poi è il momento dei doni realizzati dalla selvaiola Maddalena Governi, consegnati tra gli altri all’Ufficio Palio (Guido Collodel, Michela Bacconi e Simona Gori) e ai cittini che hanno tirato su le ghiandine, al comandante della Municipale Marco Manganelli, al maestro di Campo e al mossiere Bartolo Ambrosione. All’insegna della semplicità che è in fondo la cosa più bella.