di Orlando Pacchiani
Il tempo di salire quattro scalini da una porta laterale, nell’ala di raccordo con il palazzo arcivescovile, e si spalanca davanti agli occhi la meraviglia deserta e in penombra del Duomo di Siena, con l’occhio policromo di Duccio di Buoninsegna che dall’alto fa filtrare i primi raggi di luce. Tutto questo vede ogni mattina, alle 7.15, l’addetto all’apertura e alla chiusura del monumento ricco di arte, storia, religiosità. E tutto questo possono vedere, dal 27 giugno e fino al 31 luglio (dal martedì al venerdì), diciotto visitatori che desiderano immergersi in un’esperienza unica, ribattezzata il ’clavigero’ per il fascino di quel mazzo di chiavi che apre porte, porticine, accessi riservati di tutto il Duomo.
Un percorso quotidiano che, escluse le aree sensibili e dove è necessario mantenere riservatezza, si potrà compiere nell’arco di un’ora e mezzo, visitando anche la ’Porta del cielo’ (il suggestivo sottotetto) e ammirando il pavimento oggetto di richiamo di turisti da tutto il mondo. In due milioni ogni anno entrano nella cattedrale senese, molti meno potranno prendere parte al primo appuntamento mattutino promosso dall’Opera del Duomo e organizzato da Opera Laboratori Fiorentini, con la ragionevole certezza che il ’clavigero’ tornerà anche in futuro, visto il tutto esaurito registrato fin dal battesimo lo scorso 27 giugno.
"Come in tutti i posti di lavoro – racconta Filippo Gamberucci, uno degli addetti incaricati del prezioso servizio – alla fine uno si abitua anche a tanta bellezza, però è un orgoglio unico accompagnare il Duomo nel suo risveglio oppure essere l’ultimo a chiudere le porte la sera".
La metodica del gesto quotidiano non nasconde, al visitatore profano, lo stupore di quella che appare come una scoperta anche a chi ha percorso mille volte quelle navate: il silenzio assoluto, l’accenno di luce che riverbera appena dai marmi bianchi del pavimento, le forme del pulpito di Nicola Pisano che fanno intravedere la loro potenza evocativa, anche nell’oscurità appena trafitta dal fascio di chiarore proveniente dalla grande vetrata di Duccio.
Poi per il ’clavigero’ è tempo di accendere tutte le luci, fare un giro di verifica, aprire il grande portone centrale (in attesa degli ingressi per le visite dalle 10), far accedere da un altro ingresso laterale il personale di servizio, per le pulizie e le manutenzioni. Poi il giro di controllo nel sottotetto, a sedici metri di altezza, l’apertura della Libreria Piccolomini con i capolavori di Pinturicchio, il pavimento che scopre il suo mistero. "Un’eccezionalità non solo estetica ma anche simbolica – osserva Marilena Caciorgna, storica dell’arte – nel suo preparare i fedeli all’arrivo all’altare attraverso messaggi che hanno molteplici riferimenti al mondo antico. Il pavimento del Duomo di Siena è un percorso dell’anima che si presta a vari livelli di interpretazione, creato con l’obiettivo di garantire un’elevazione culturale di chi guarda". E che affascina ancora di più chi sceglie di osservarlo in un momento di maggiore riservatezza, come quello garantito dal percorso del "clavigero".