La difesa dell’ucraino: "Falene attratte dai soldi e dagli ori dell’anziana. L’ha uccisa mia nipote"

L’avvocato Bonasera nella sua arringa difensiva di oltre tre ore dell’ucraino punta il dito contro la ragazza, imputata insieme al 41enne del delitto.

La difesa dell’ucraino: "Falene attratte dai soldi e dagli ori dell’anziana. L’ha uccisa mia nipote"

La difesa dell’ucraino: "Falene attratte dai soldi e dagli ori dell’anziana. L’ha uccisa mia nipote"

di Laura Valdesi

SIENA

"Il lupo solitario", così l’ha definito l’avvocato Alessandro Bonasera, non ha ucciso Anna Maria Burrini, strangolandola con un laccio da scarpe. "La pensionata che abitava in Largo Sassetta – ’circondata da predatori’, aveva detto in avvio l’avvocato Marescalchi che assiste la famiglia dell’anziana, parte civile – è stata ammazzata in realtà dalla 25enne ucraina accusata in concorso con suo zio dell’omicidio. Alle 13.46 è in casa con la signora, seduta con le spalle al forno, in cucina", inizia la sua ricostruzione del delitto l’avvocato Bonasera che difende appunto lo zio della giovane. "Quel giorno indossava scarpe da ginnastica bianche, aveva con sé uno strumento che per le caratteristiche poteva aver provocato la morte dell’anziana . Si sfila un laccio, si mette alle spalle della Burrini e con questo la uccide. Qui il picco della spendita di energia, secondo quanto registrato dall’apposito sistema sul cellulare, non accompagnato da alcun spostamento. Poi lo zio sale, trova la pensionata già senza vita". Uno dei passaggi chiave dell’arringa che per oltre tre ore, dalle 10 alle 13.25, ha tenuto alta l’attenzione della Corte d’assise presieduta da Fabio Frangini nel processo giunto alle battute finali. Dopo la richiesta dell’ergastolo per entrambi gli imputati del pm Sara Faina la scorsa udienza, ieri la parola è passata alle difese. Ed è andato in scena, nuovamente, lo scaricabarile fra gli imputati a cui si era già assistito durante la loro deposizione.

"Falene attratte dalla luce rappresentata dalle ricchezze della signora", così l’avvocato Bonasera descrive le persone che ruotano intorno alla vicenda, alcune indagate in procedimenti ’costola’. Mette nel mirino, fra loro, l’operaio che ha dato l’allarme quando Anna Maria Burrini non rispondeva. E fu trovata morta. Avrebbe cercato di "allontanare da sé i sospetti", sostiene il legale. Di più. "E’ coinvolto direttamente nei fatti del 26 settembre 2022 – tuona – , nella fase di progettazione e forse non solo. Con un ruolo da approfondire". Pone l’accento sui messaggi del telefono che l’uomo ha cancellato proprio la mattina del giorno del delitto, tenta di minarne l’attendibilità e chiede come mai le sue impronte fossero nella camera da letto della pensionata. "Il pm valorizza la ricostruzione dell’operaio che è nocivo, inserendo elementi di falsità", attacca ancora. Prima di concentrarsi sulla nipote, smontando la ricostruzione da lei fatta (a strangolarla con il laccio sarebbe stato in realtà lo zio) per restituire alla Corte un’altra storia. Quella dove il 41enne sarebbe salito solo dopo il delitto, compiuto a suo dire dalla nipote, nella casa di Largo Sassetta. Una delle prove forti le tracce di dna dell’ucraino sul collo della pensionata. "Una ricostruzione che non viene messa in crisi da questo – osserva Bonasera –, essendo compatibile con il sentire il battito del cuore dell’anziana, ponendo le dita appunto sul collo. E solo quando la nipote scarica ogni responsabilità su di lui si decide a dire come sono andati davvero i fatti". Non solo non l’ha uccisa ma l’accusa di premeditazione è, secondo la difesa, "fantasiosa". E si basa tra l’altro sulle confidenza che avrebbe fatto l’ormai ex compagno della 25enne ad alcuni ragazzi del cosiddetto gruppo di San Miniato. Non voleva derubare la donna, questo il concetto, per la paura di ciò che sarebbe potuto succedere dopo un omicidio. "Le dichiarazioni dei ragazzi vanno prese con le molle", invita il difensore descrivendoli intenti a fare uso di sostanze e al piccolo spaccio. Bonasera conclude l’arringa "con una prova. L’intercettazione del 3 novembre 2022 in cui la nipote dice alla madre ’ e parlare con lo zio in modo che dica che è stato lui?’" Quando l’avvocato conclude l’arringa chiedendo l’assoluzione per l’omicidio, il suo assistito, mai una grinza durante le udienze, gli ha fatto i complimenti.