
Un team di esperti dell’Istituto Nazionale di geofisica e vulcanologia, dell’Università di Siena e dell’Accademia nazionale dei Lincei ha studiato...
Un team di esperti dell’Istituto Nazionale di geofisica e vulcanologia, dell’Università di Siena e dell’Accademia nazionale dei Lincei ha studiato la diffusione del particolato inquinante automobilistico all’interno delle sale del Museo nazionale delle belle arti e del Museo di storia nazionale di Buenos Aires attraverso l’esposizione di trapianti lichenici, in abbinamento con il campionamento di foglie di Fraxinus americana e Jacaranda mimosifolia, per studiarne le proprietà di accumulo degli elementi chimici potenzialmente tossici di origine veicolare.
Lo studio, dal titolo “Magnetic and chemical biomonitoring with lichens and vascular plants for the preservation of cultural heritage: A case study at two museums in a megacity (Buenos Aires, Argentina)”, pubblicato sulla rivista science of the total environment, ha dimostrato che le sale dei musei osservati non sono interessate da livelli significativi di particolato metallico di origine veicolare. Tale particolato, la cui origine principale è l’abrasione dei sistemi frenanti dei veicoli, è invece ampiamente presente all’esterno dei due musei.
"In questo studio, oltre a comprovare l’efficienza e la sensibilità dei licheni come bioaccumulatori di particolato metallico inquinante, è stata comparata l’efficienza di due diverse specie arboree diffuse nell’area museale, dimostrando che la Jacaranda, albero iconico di Buenos Aires, è particolarmente indicata per offrire servizi di protezione degli spazi urbani dalla diffusione di particolato automobilistico inquinante", sottolinea Stefano Loppi, docente del dipartimento di Scienze della vita dell’Università di Siena.