La tragica fine di Arturo, investito e ucciso a 17 anni da un pirata della strada

Inutili i soccorsi dopo l'allarme lanciato da alcuni passanti

Il luogo dell'incidente (foto Paolo Lazzeroni - riproduzione riservata)

Il luogo dell'incidente (foto Paolo Lazzeroni - riproduzione riservata)

Siena, 29 dicembre 2018 - E’ morto a trenta metri da casa, Arturo. Investito da un pirata della strada che l’ha urtato senza fermarsi a prestare soccorso nel buio della carreggiata che dopo il bivio per Ampugnano, superato Pian dei Mori, conduce a Rosia. Una tragedia. Perché quel ragazzino bello e longilineo, che avrebbe compiuto 18 anni ad aprile, è morto ieri sera alle Scotte. Arturo Pratelli non ce l’ha fatta. Hanno provato di tutto i sanitari per riportarlo alla vita. Senza mai smettere. Anche sull’ambulanza che l’ha trasportato alle Scotte in condizioni disperate. Poi i medici si sono dovuti arrendere all’evidenza e la famiglia di Arturo è piombata nel baratro del dolore.

Era conosciutissimo perché sin da piccolo tifosissimo della Robur (di seguito il messaggio di cordoglio postato dalla società bianconera sul suo profilo Twitter), come del resto il padre. Disperazione profonda anche nella contrada dell’Aquila a cui apparteneva. Molti non sapevano darsi pace che il loro Arturo, che frequenta il liceo ‘Galilei’, non sarebbe più andato nel rione per le cene e il Palio.

Hanno trovato il borsone scuro lungo il ciglio della strada. Quello che usava quando andava a giocare a calcetto. Si sono chiesti cosa ci facesse lì, alcuni passanti. Hanno guardato meglio facendo la terribile scoperta: un giovane nel campo. Non dava segni di vita. Immediati i soccorsi. Il 118 subito lì, anche i pompieri di Siena e i carabinieri della stazione di Sovicille. Bisognava capire cosa fosse accaduto di così terribile a quel ragazzino di 17 anni. Un’atmosfera surreale, nel buio della notte in campagna, mentre i vigili del fuoco facevano luce per trovare tracce utili ad individuare il pirata della strada.

In terra individuati frammenti di vetri, probabilmente di uno specchietto. Un’auto, più probabilmente un furgone. Una traccia esilissima per dare un nome e un volto alla persona che ha reciso la vita di un ragazzo. Forse non si è accorto di averlo urtato? Resta difficile crederlo. Forse ha avuto paura. Fatto sta che i carabinieri, in contatto diretto con il sostituto procuratore Siro De Flammineis, hanno subito acquisito le immagini delle telecamere della zona per iniziare un’indagine che si annuncia molto complessa.

Un ragazzo come tanti della sua età, Arturo. Sul profilo Facebook gli auguri degli amici per il compleanno, persino i suoi commenti sulla Robur con una foto dove sventola il bandierone bianconero. E poi con la montura dell’Aquila. Il sorriso felice. Di chi aveva tutta la vita davanti. E ha dovuto dirle addio.