PINO DI BLASIO
Cronaca

"Il Monte resiste a ogni tempesta Oltre un miliardo di utili a fine anno"

L’ad Lovaglio e il bilancio d’oro del primo semestre: utile netto a 619 milioni, patrimonio a 8,5 miliardi "Il rapporto costi-ricavi al 49%, possiamo anticipare il dividendo. La banca è solida, la prova dagli stress test".

"Il Monte resiste a ogni tempesta Oltre un miliardo di utili a fine anno"

di Pino Di Blasio

Ode alla banca risanata, l’ad Luigi Lovaglio recita i numeri fondamentali del primo semestre 2023 del Monte dei Paschi come se fossero versi del Foscolo. E la comunità finanziaria e i giornalisti che assistono alla declamazione del bilancio stavolta non insistono sui ritornelli consueti che si sentono dalle parti di Rocca Salimbeni: ovvero lo stato dell’arte sulla ricerca del partner per la banca e il peso dei contenziosi e delle cause legali, con richieste miliardarie. Lovaglio spegne i sussurri con un utile netto del trimestre aprile-giugno pari a 383 milioni di euro, a un totale del semestre salito a 619 milioni, appena 6 milioni sotto il risultato di Banco Bpm, ma con altri fondamentali migliori. A partire dal rapporto costiricavi e dalla solidità patrimoniale dell’istituto. In una classifica combinata tra le banche italiane per risultati il Monte riconquisterebbe il podio, sotto Intesa Sanpaolo e UniCredit.

"Siamo ben oltre il punto di svolta della nostra strategia per essere banca commerciale più chiara e semplice. Siamo su una corsia preferenziale e abbiamo ottenuto risultati molto buoni, grazie a oltre 600 milioni di utili nel semestre. Siamo sulla strada per superare un miliardo di euro entro la fine dell’anno. L’indicatore patrimoniale Cet1 ha raggiunto un livello record che dimostra la capacità della banca di generare capitale organico e di essere ben attrezzata per affrontare anche uno scenario molto avverso, come dimostrato anche nel recente stress test. Marciamo alla velocità giusta e possiamo accelerare sul raggiungimento dei nostri obiettivi". Sono le parole di Lovaglio mentre mostra il 15,9% toccato dal Cet1, superiore di oltre 500 punti base rispetto ai requisiti richiesti. E sottolineando i 619 milioni di utile netto, somma dodici volte più grande dei 53 milioni del semestre 2022.

E a chi potrebbe obiettare che sono tutti bravi a fare utili con le banche grazie ai tassi alti, l’ad Lovaglio risponde mostrando la slide sui costi operativi. "La disciplina dei costi è al centro della nostra strategia perché il margine di interesse non potrà continuare a crescere a questo livello. Vogliamo essere pronti nel 2024 e nel 2025 a fornire quasi gli stessi risultati in termini di redditività soprattutto sul risultato operativo". Al 30 giugno il risultato operativo lorodo è stato di 937 milioni di euro. Il margine di interesse è salito a 1.083 milioni (+64,4%), ma i ricavi complessivi sono saliti a 1.851 milioni, perché sono cresciute anche le commissioni a 670 milioni. "Stiamo registrando una conversione dai depositi bancari - ha notato Lovaglio - al risparmio amministrato, in prevalenza titoli di Stato. Gli oneri operativi del semestre sono pari a 914 milioni, in calo del 14,9%. Le spese per il personale, 574 milioni di euro, si riducono del 19,4%, beneficiando degli effetti dell’esodo incentivato di 4.100 dipendenti. Il rapporto costincome è al 49%, inferiore all’obiettivo fissato nel piano industriale per il 2026 e molto inferiore al 69% registrato nel primo semestre 2022. Infine abbiamo sottoscritto l’altra sera il contratto di cessione di un pacchetto di 230 milioni di euro di crediti non performing. Cessione che fa scendere il totale dei crediti deteriorati e dubbi a 3,2 miliardi".

Come corollario al bilancio di una banca che è tornata ad essere redditizia, con un patrimonio solido e una struttura di costi molto più efficiente dei concorrenti, l’ad promette agli stakeholder l’anticipazione del dividendo nel 2024. "Per quanto riguarda i contenziosi - è la risposta alla domanda sulle cause - il nostro bilancio è ben attrezzato per affrontare qualunque scenario potenziale. Le ultime sentenze positive rafforzano la nostra strategia. Le nostre previsioni a fine anno, oltre all’utile superiore al miliardo, indicano un margine di interesse sui 2,1 miliardi, le commissioni a 1,3 miliardi e il Cet1 attorno al 16,5%. Prova della capacità della banca di generare capitale e del nuovo atteggiamento di un istituto focalizzato a fornire servizi e soluzioni per i clienti e creare valore sostenibile per tutti gli stakeholders". L’ultima chicca il rimborso di 11 miliardi di TLTRO, con la graduale riduzione del ricorso alla provvista Bce, al 13%. E il patrimonio netto a 8,5 miliardi.