"Gli atenei sono liberi, la politica deve capirlo"

Il rettore dell'Università per Stranieri, Tomaso Montanari, difende la decisione di sospendere la didattica per festività religiose e promuove un'approccio queer e inclusivo all'istruzione superiore.

"Gli atenei sono liberi, la politica deve capirlo"

"Gli atenei sono liberi, la politica deve capirlo"

"Le critiche sono libere come libera è l’università. L’importante è ricordarsi che l’università è autonoma, mi aspetto dalla politica la consapevolezza della libertà dell’ateneo". Tomaso Montanari, rettore dell’Università per Stranieri commenta il dibattito innescato dalla sua decisione di sospendere la didattica per la fine del Ramadan (ieri) e del prossimo Yom Kippur (a ottobre). L’occasione è stato il convegno internazionale ‘Queer kinship: affects, families, bonds’ organizzato dalla Stranieri insieme alle Università di Birmingham e Toronto. "Quando abbiamo dedicato la sala di lettura a Michela Murgia abbiamo detto di sentirci un’università queer – ha spiegato Montanari -. Un’università sulla soglia, inclassificabile, un po’ strana oltre che per stranieri. Le frontiere, la fluidità, l’appartenenza multipla, sono una cifra non solo di identità sessuale, ma anche di politica universitaria".

Ancora il rettore: "Potrà sembrare strano collegare il queer al Radaman, ma se ci interroghiamo su come la società occidentale sia arrivata a questa prospettiva capiremmo che è un fatto recente. Credo che anche le società di cultura islamica avranno questo processo; l’accettazione, il mescolare le identità, una fluidità di calendari possono essere il primo passo". Nel sospendere la didattica Montanari voleva dare un segnale "di solidarietà con la popolazione di Gaza". Il rettore ha commentato anche l’ultima azione del Comitato Palestina Siena, che ha fatto irruzione in ateneo per chiedere l’interruzione dei rapporti con le università israeliane. "Tutta la mia ammirazione per il rettore Di Pietra e la sua gestione del Senato accademico – ha dichiarato Montanari -,: la parola a tutti e l’università che decide sulla sua linea. Una linea importante perché non accede a bandi collegati con l’ambito militare, ma non accetta di boicottare le università".

Eleonora Rosi