L’ha aggredita a colpi di martello, uno dietro l’altro. Alla testa. Senza una ragione. In preda ad una furia che ancora nessuno riesce a spiegare. Stava rientrando a casa, Daniela Viperai, 69 anni, ex dipendente del Comune di Buonconvento, molto nota nel paese, così come tutta la sua famiglia: la figlia è stata assessore e vice sindaco. Con lei gli adorati nipotini. Se quell’uomo che da tempo rendeva insonni le notti di molti che vivono nella palazzina di via dei Pini, nel complesso noto come San Venero a Follonica, non fosse stato bloccato da un senegalese già diventato per tutti eroe, chissà cosa poteva accadere. La donna era in una pozza di sangue ma ancora viva quando è stata soccorsa e trasferita d’urgenza con Pegaso al policlinico di Siena. Si trova ricoverata in terapia intensiva. E’ stata sottoposta ad un delicato intervento chirurgico alla testa, la prognosi è riservata. "Un fatto agghiacciante", dice don Vittorio Giglio si occupa anche della parrocchia di Buonconvento ma attualmente era in montagna. "Mi stringo alla famiglia in questo momento di grande dolore", aggiunge.
"Non sono emersi moventi o cause scatenanti l’aggressione, se non un quadro verosimilmente alterato dell’autore. Punto su cui saranno svolte tutte le verifiche del caso", spiegano gli investigatori coordinati dalla procura di Grosseto. L’aggressore, un uomo di 34 anni del Burkina Faso, ha agito quando nonna e nipotini, arrivati al terzo piano, sono usciti dall’ascensore. Prima ha colpito uno dei bambini in maniera lieve ad una mano, poi si è rivolto verso la nonna ferendola con violenza alla testa con un comune martello di ferro con il manico di plastica, poi sequestrato. Alla fine è stato arrestato. Ma ci sono volute più pattuglie dei carabinieri per placare l’uomo che, anche ammanettato, minacciava di morte i militari e tentava di prenderli a calci. Tanto che il 118 ha dovuto somministrargli un calmante prima di riuscire a portarlo in caserma per l’arresto e il successivo trasferimento al carcere di Santo Spirito a Siena. Le accuse sono tentato omicidio, lesioni aggravate e resistenza a pubblico ufficiale. Il senegalese-eroe che ha ingaggiato con l’aggressore una colluttazione per bloccarlo e un nipotino della donna hanno riportato ferite guaribili in dieci giorni.
Molti nella tarda serata di ieri a Buonconvento ancora non sapevano che la donna di cui parlavano da ore telegiornali e web era l’ex dipendente del Comune che a lungo aveva lavorato alla scuola materna. Nella via dove vive con la famiglia, che è punto di riferimento nella vita del paese sebbene abbia fatto della riservatezza una cifra, commentavano: "Il vicino mi ha detto che è successa una cosa brutta a Follonica. Ma non pensavo così grave, poi ad uno di noi".
"Siamo vicini alla famiglia della donna che è stata brutalmente aggredita - ha dichiarato il sindaco di Follonica Andrea Benini –; ho potuto parlare con la figlia che è ovviamente sconvolta. Quello che è successo è un episodio gravissimo che stiamo cercando di comprendere nei dettagli. Sgomenti di fronte ad una violenza del genere che non ha alcuna giustificazione". Anche il sindaco di Buonconvento Riccardo Conti ha contattato la famiglia che conosce da sempre visto l’impegno nell’amministrazione del paese e poi perché la comunità è a misura d’uomo. "Non posso che essere solidale e stringermi a loro", dice sinceramente toccato, commentando la "brutta notizia". "Personalmente – aggiunge – sono rimasto molto ferito perché è un atto inspiegabile che deve essere condannato con fermezza. Dal punto di vista istituzionale bisogna fermarsi un attimo per comprendere l’origine e prevenire questi eventi che turbano la serenità della cittadinanza. Come amministratori ribadiamo sempre che è meglio prevenire che punire, resta fermo tuttavia che alla luce di quanto accaduto è difficile darsi una spiegazione che, comunque, non giustificherebbe mai l’accaduto". Lo straniero, che fino a poco tempo fa godeva dello stato di rifugiato e viveva nella palazzina di via dei Pini in un monolocaole messo a disposizione dal Comune per l’emergenza abitativa, dicono che fosse cambiato da quando era tornato da un viaggio nel suo Paese: "Faceva paura".
Laura Valdesi