
di Cristina Belvedere
"Abbiamo perso la pazienza, stavolta andremo fino in fondo". Non usano mezzi termini il medico Gianpaolo Camilli e il geometra Giampiero Guerrini, rappresentanti del Comitato Nuovo Forno Crematorio Laterino, che hanno raccolto oltre 160 firme per chiedere all’amministrazione comunale di spostare, pur restando dentro il cimitero, l’impianto in fase di progettazione in modo che "le emissioni si trovino a una distanza maggiore dalle abitazioni e dalla sede universitaria, diminuendo i rischi connessi alle emissioni dell’impianto stesso".
Per suffragare la loro richiesta, uno studio ambientale dell’ex rettore dell’Università di Siena, Silvano Focardi che ha individuato una serie di criticità nell’attuale progetto di nuovo forno crematorio. "La normativa prevede che i cimiteri siano costruiti ad almeno 200 metri di distanza dal centro abitato – dicono Camilli e Guerrini, citando la relazione del loro consulente –. E’ ovvio che il cimitero del Laterino non può essere spostato, quindi chiediamo che venga trasferito l’inceneritore, pur restando all’interno del cimitero stesso, per limitare il più possibile il rischio della ricaduta di contaminanti pericolosi sugli abitanti delle zone limitrofe".
Attorno al Laterino si trovano infatti non soltano abitazioni civili, ma anche l’asilo ’Policarpo Bandini’, la scuola media Saffi, l’Hotel Athena, il Dipartimento universitario di Scienze della Terra e il centro diurno per le donne vittime di violenza: "Il nostro obiettivo non è impedire la realizzazione del nuovo forno crematorio – continuano i rappresentanti del Comitato – perché siamo consapevoli della sua necessità, ma di valutare tutte le possibili alternative per una diversa localizzazione dentro il cimitero oppure un allontanamento dal punto di vista emissivo da abitazioni, Università e attività commerciali". La proposta del Comitato è di costruire il nuovo forno nell’area al termine del viale dei pini, che si trova a 300 metri dal centro abitato. "Ci siamo già rivolti al Difensore civico – conclude il Comitato –. Fino all’ultimo abbiamo sperato che prevalesse il buon senso, ma stavolta siamo pronti ad andare per vie legali. In ballo c’è la nostra salute".