"E’ provata. Si fa aiutare da uno psicologo"

L’avvocato Meini assiste la 21enne che ha denunciato la violenza: "Massima fiducia nelle indagini condotte dalla procura"

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Non ha voluto restare in silenzio. E conservare il segreto nel proprio cuore. I segni sul corpo esile evidenti, facevano male. Dolore anche nel ricordare e riordinare la sequenza di quella serata di abusi che lei, sostiene con forza, ha subito. Nessun consenso alle violenze che sarebbero state compiute da parte di quattro giovani fra cui il giocatore Manolo Portanova. La procura ha avvolto la studentessa, che ha avuto il coraggio di raccontare, in un silenzio protettivo. Ancora di più l’ha fatto il suo avvocato Jacopo Meini che ieri mattina era in tribunale, seppure defilato, fuori dall’aula dove si svolgevano gli interrogatori di garanzia di due dei giovani arrestati a seguito della denuncia e dei successivi riscontri degli investigatori.

"Sono certo che la procura svolgerà le indagini in modo accurato – si limita a dire – ; la mia assistita è molto provata e ha paura. Ha iniziato un percorso di sostegno psicologico". Non una parola di più. Nè sui particolari della denuncia, l’evolversi della serata, dalla cena all’arrivo nella casa della persona che non è fra gli indagati. Tantomeno sui segni che quella notte da levare il fiato ha lasciato sul suo corpo. Lividi che certo la procura ha documentato.

Ma l’inchiesta è solo alle battute iniziali. Perché devono essere ascoltate molte persone, naturalmente come informate sui fatti, che erano presenti in quell’appartamento nella notte fra il 30 e il 31 maggio. Gli investigatori, è stato sottolineato anche dalla difesa di un arrestato (vedi pagina a fianco), ancora non hanno ascoltato il racconto di quelle ore trascorse in allegria, divertendosi e scherzando. Ma quando era notte già fonda la situazione sarebbe degenerata e si sarebbe verificato il presunto stupro di gruppo. Gli uomini della squadra Mobile, guidati da Riccardo Signorelli, hanno raccolto le parole della giovane una settimana fa, quando si recò in questura per formalizzare la denuncia. E’ stato seguito per lei il percorso del ’Codice Rosa’ che comporta accertamenti sanitari. Altri di carattere biologico interesseranno anche gli arrestati. A cui è stato sequestrato il cellulare nel corso della perquisizioni fatte appunto fra Siena e la Sicilia dove si trovava il giocatore Manolo Portanova.

Ma anche il telefono della 21enne sarà inserito fra quelli che verranno esaminati con accertamenti irripetibili, alla presenza di legali e periti eventualmente nominati dalle parti, negli uffici della Guardia di Finanza che se ne occuperà su disposizione del pm Nicola Marini. Che insieme al procuratore Salvatore Vitello ha seguito la delicata vicenda. Grazie alla task force per i reati ’Codice rosso’, quali appunto maltrattamenti e abusi sessuali, violenze su persone deboli, grazie al quale le denunce seguono un iter molto rapido, prioritario, in maniera da cristallizzare quanto prima testimonianze e prove, si tutelano le vittime ma anche coloro che vengono accusati dei presunti abusi.

I contorni della vicenda sono comunque ancora da delineare in maniera netta. Forse anche per questo – e perchè gli arrestati sono molto conosciuti – la città è rimasta attonita. Incredula. E non c’è stata sui social l’esplosione di commenti che sovente accompagna ogni inchiesta giudiziaria.

Laura Valdesi