MASSIMO BILIORSI
Cronaca

«Basta, ho deciso: chiudo bottega», Dischi Corsini lascia dopo 60 anni

Il centro perde il suo ultimo negozio di musica. È la fine di un’epoca

Luca Gambini, il titolare

Siena, 28 gennaio 2017 - Per oltre sessant’anni è stato uno dei punti di riferimento per musica a Siena: adesso il glorioso negozio Dischi Corsini chiude, lasciando la città senza un’attività specifica di questo genere.

«Sono arrivato a questa conclusione dopo molti anni di attività – ci dice il proprietario Luca Gambini – che rilevai nel 1985, ma il negozio aveva già una consolidata tradizione cittadina, avendo iniziato nei primi anni sessanta proprio da Corsini. Purtroppo per il momento non riaprirò in altri luoghi e la chiusura definitiva è prevista in un paio di mesi».

Amarezza nelle parole di Gambini e la notizia ci fa comprendere che la città cambia pelle, ma c’è da comprendere quanto questo sia effettivamente voluto dal mercato o dalle leggi che regolano le attività, ad esempio equiparare le tasse sui dischi come per l’editoria. Riavvolgiamo il nastro e ritorniamo all’esplosione dei 45 giri e delle fonovaligie:  negli anni sessanta Siena può contare su tre negozi di dischi, l’Olmi nell’attuale via Montanini e poi in Banchi di Sopra, il Chiostro del Disco in Camollia e proprio il Corsini in piazza Matteotti.

Le attività si rinforzano nel finire del decennio con esplosione del 33 giri, tanto che arriverà poi «Il Flauto magico» di Pantaneto, vivace quanto breve attività di vendita di musica alternativa. Negli anni a venire ecco «Discolaser» e «Discoland».

Storie della nostra città e storia della nostra vita, che fanno parte proprio di «50 anni di musica a Siena», rubrica del nostro giornale e futura pubblicazione, perché un negozio di dischi non è solo smercio ma punto di incontro, di vita e di informazione. La notizia che Siena non abbia più oggi uno specifico negozio di dischi è in controtendenza, oltre ovviamente alla risaputa crisi del disco in favore della «musica liquida» per due motivi: Siena è una città dove esistono istituzioni musicali di primissimo livello, dall’Accademia Chigiana al Siena Jazz, passando per la Rinaldo Franci ed altre realtà ormai radicate, la seconda ragione riguarda lo spazio che oggi ha ancora la musica «confezionata», a cominciare dall’oggettivo boom del vinile che interessa non solo i «dinosauri» collezionisti ma anche tanti giovani.

E’ ovvio che «l’oggetto disco» esisterà ancora, forse è il momento che qualcuno sperimenti nuovi modi di vendita al pubblico, attirando il pubblico portando negli scaffali dischi di settore altrimenti poco reperibili, oppure sfrutti meglio la vendita di «seconda mano». Se prendiamo ad esempio Firenze, nonostante sia una realtà con un bacino molto più ampio, ci sono almeno quattro attività solo di vinile e altrettante di genere. Intanto Siena aspetta e si interroga su come cambiano le cose.