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Collaudo statico e fibre di carbonio "Così metterete in sicurezza casa"

Andrea Tanzini, costruttore esperto in consolidamento antisismico spiega come mettersi al riparo dai guai "Non basta la classe energetica, i criteri nella scelta delle abitazioni devono essere anche altri"

Collaudo statico e fibre di carbonio "Così metterete in sicurezza casa"

La domanda, dalle 21.51 di mercoledì se la sono posta quasi tutti i senesi. Soprattutto chi abita in palazzi storici in centro. Come rendere la propria casa o il proprio appartamento a prova di terremoto? E magari come capire se ha riportato ferite importanti? La risposta non è semplice, ma c’è. A parlarne è Andrea Tanzini, senese, imprenditore edile e costruttore con 40 anni di esperienza alle spalle, di cui molti spesi nel consolidamento antisismico di edifici.

Lo sciame ci ha ricordato che le fondamenta possono tremare. Come capire se siamo al sicuro?

"La prima cosa è capire se siamo in possesso del collaudo statico".

Di cosa si tratta?

"È quello che, purtroppo, chiedono in troppi. Si tratta di un certificato che attesta lo stato di salute della struttura. È obbligatorio ed è stato introdotto dalla legge sismica del 1974".

Perché è importante?

"Circa il 70% del patrimonio edilizio è stato costruito dal Dopoguerra in poi: si tratta per lo più di immobili che non solo non sono idonei, ma non hanno neppure certificazione. Le persone nella scelta di una casa si concentrano più sull’efficientamento energetico o la posizione, ma la presenza di un collaudo non viene quasi mai richiesta. Invece è il cuore del ragionamento sulla durevolezza del bene che si acquista: in sua assenza, si è costretti spesso a interventi molto invasivi per mettersi in regola".

Alzi la mano chi lo conosce.

"Non possiamo dare per consolidato un edificio solo perché lo abbiamo sempre visto in quel posto. Dobbiamo farlo perché è stata fatta una verifica dei tecnici".

A chi spetta farlo?

"Al proprietario. Il collaudatore viene nominato su incarico del committente e deve essere estraneo all’impresa costruttrice e, per legge, avere un’esperienza di almeno 10 anni. Questo è il primo passo prima di comprare qualsiasi casa".

E chi la casa l’ha già comprata?

"Può chiedere al proprio Comune o al Genio Civile se esista un certificato di collaudo. E in caso contrario rivolgersi a un professionista per farlo".

Soprattutto chi ha una casa costruita prima del 1974.

"Un edificio di cemento dopo 50 anni non ha le stesse caratteristiche di durevolezza di quando è stato posato in opera. Le nuove costruzioni hanno tutta una caratterizzazione dei materiali, ma fino agli anni 70 non erano previste. Ci sono diversi gradi di verifica. Un primo strumento utilizzato dai tecnici è lo sclerometro: serve per monitorare lo stato di salute degli elementi strutturali. Gli edifici sono vivi, si assestano, ma ci sono certi segnali che non vanno tralasciati"

Lei si occupa da anni di consolidamento. In che stato di salute trova spesso gli edifici?

"Incontriamo spesso errori soprattutto in interventi di ampliamento di vecchie costruzioni fatti negli anni ’80. Per esempio: le solette di calcestruzzo venivano considerate un elemento di sicurezza: il tetto della casa veniva rifatto e, sopra, si poneva una soletta di cemento robusta. Il motivo? Dare più stabilità".

In realtà invece?

"Diciamo che è come mettere sulla testa di un anziano un cappello di piombo invece che uno di paglia. Un altro esempio riguarda la provenienza dei materiali. Negli anni ’50 i tondini con cui si armavano i ferri erano lisci e non avevano aderenza col cemento. Oppure in molti hanno fatto interventi di ampliamento su cantina e garage, ’togliendo’ terreno a contorno dell’edificio".

Un male, immagino.

"Togliendo terra alle fondamenta dell’edificio, togliamo l’attrito verticale del terreno. È come togliere le nervature ad una vite: questa si sfilerà con più facilità.

Un antico palazzo del centro può considerarsi più sicuro di uno degli anni 50?

"Non è detto. Prima però si costruiva per l’eternità, c’era maggiore cura nella scelta dei materiali, le malte venivano setacciate".

Come fare quindi per mettersi in sicurezza?

"Contattare un professionista che farà un sopralluogo. Un po’ come la visita diagnostica del medico. In un’ora o due riesce a rendersi conto se un edificio ha problemi e cosa potrebbe essere utile fare".

Poi?

"Può chiedere esami attraverso laser scanner, una sorta di ecografia dei muri per mostrare criticità interne. Poi da lì è possibile contattare una ditta per il consolidamento".

Si tratta di interventi invasivi?

"Dipende. Ma esistono fibre di carbonio che vengono avvolte come una sciarpa a fasciare la parte di struttura come travi o pilastri che deve essere consolidata. Quindi non sono necessari stravolgimenti o demolizioni. Per un edificio realizzato dopo gil anni ’70 i costi possono essere molto modesti".

Claudio Capanni