REDAZIONE SIENA

Chiti: "La rivalità si vive fuori dai 4 giorni"

Riflessione su come oggi si vivono le rivalità contradaiole a Siena: un invito a un confronto sereno e senza inutili animosità. Una provocazione per cambiare registro e discutere di costi e sanzioni.

Chiti: "La rivalità si vive fuori dai 4 giorni"

"Propongo una riflessione sul modo di vivere oggi le rivalità contradaiole. Vuole essere un invito a un confronto che auspico possa attivarsi nel mondo paliesco serenamente e senza inutili animosità", interviene David Chiti, politico, ex assessore ma soprattutto grande contradaiolo del Leocorno. "Il punto è questo: alla luce delle ultime sanzioni paliesche, ma anche di quelle che si sono succedute negli ultimi anni, le tradizionali rivalità tra contrade hanno ancora senso? Dal momento che nei giorni di Palio non si può più far niente senza andare incontro a denunce, processi penali e quant’altro, che senso hanno rivalità che fatalmente poi trovano sfogo nel resto dell’anno, con scaramucce più o meno gravi tra ragazzi di contrada quasi ogni fine settimana? Forse bisogna prendere atto che un intero universo si è ormai ribaltato, e sicuramente questo fa male a chi come me con quell’immagine del mondo contradaiolo è cresciuto. Un tempo le manifestazioni più ’fisiche’, diciamo, delle rivalità contradaiole si avevano proprio in tempo di Palio, quando era ancora possibile in qualche modo incanalarle, contenerle, gestirle. Ora è il contrario: visto che in tempo di Palio, anche per l’esposizione mediatica divenuta grandissima, è impossibile ’sfogare’ una rivalità sì rabbiosa ma sempre sana, lo si fa nel resto dell’anno, quando in passato si viveva tranquilli e in armonia anche tra contrade rivali". Conclude Chiti: "A ciò si aggiungano, e sono certo che i dirigenti delle Contrade sono sensibili a questo argomento, i costi non indifferenti che bisogna sostenere ogni qual volta la Contrada rivale è in Piazza... Non si fa prima a prendere atto che il mondo è cambiato e a cambiare registro? Ma mentre lo scrivo mi rendo conto che quella che voleva essere una riflessione è diventata forse una provocazione... Come sia, spero che qualcosa si muova e che l’argomento possa suscitare un dibattito acceso ma serio e senza pregiudizi".