Troppe case da benedire, in chiesa boccetta con l’acquasanta per il rito fai-da-te

L'idea di don Claudio: "Ho tre parrocchie e tremila famiglia. Non posso andare a benedire tutte le case"

Don Claudio Rosi

Don Claudio Rosi

Siena, 30 aprile 2019 - «Vuoi per problemi di età, vuoi per motivi di salute familiari e poi perché le famiglie sono sempre di più, fatto sta che il tempo non basta per andare di casa in casa. E ritengo che tutti i parrocchiani abbiano diritto alla benedizione delle loro abitazioni. Poi il prossimo anno spero di riuscire ad andare dove non sono stato quest’anno». Spiega così la sua iniziativa don Claudio Rosi: nelle parrocchie dell’Acquacalda, durante le messe di Pasqua, il parroco ha messo a disposizione dei parrocchiani tante piccole boccette di acqua benedetta, con cui le famiglie avrebbero potuto provvedere da sé alla benedizione delle case.

Cambiano i tempi, cambiano gli usi e evidentemente anche i riti si adeguano: così, se fino a ieri nelle settimane precedenti a Pasqua si era soliti pulire le proprie case da cima a fondo per il passaggio del parroco che le avrebbe benedette, come anche gli uffici, si è arrivati oggi, in tanti casi soprattutto in città, a dover prenotare la visita del parroco per la benedizione. Quindi la svolta attuale: all’Acquacalda tanti parrocchiani hanno proceduto ad ‘autobenedire’ i propri locali. Con l’acqua santa presa in chiesa.

L’idea è stata di don Claudio che quest’anno si è ritrovato con oltre 3mila famiglie cui far visita, in ben tre parrocchie: Bernardo Tolomei, Santa Caterina Dottore della Chiesa e San Casciano delle Masse. E così il parroco ha scritto e comunicato alle famiglie la nuova opportunità: «Ho invitato i parrocchiani a venire a Messa e prendere le boccette di acqua benedetta e magari anche a portarle a chi fosse impossibilitato a muoversi da casa, come anziani e malati. Un modo per non far mancare la benedizione».

L’acqua santa è stata dunque messa in piccoli contenitori di plastica, boccette come quelle utilizzate per shampo e bagnoschiuma da viaggio, avvolte in un foglio di carta con la preghiera ad accompagnare l’autobenedizione: «Il rito dell’acqua benedetta ricorda il dono del Battesimo – spiega don Claudio –. Nel benedire con l’acqua i locali, occorre pregare facendosi il segno della croce. L’acqua messa a disposizione è quella benedetta nella celebrazione della notte di Pasqua e del periodo Santo, in cui si rinnovano le promesse battesimali».

E’ la svolta anche nel rito, dunque, che si adegua alla mancanza di tempo: va detto che oggi è difficile farsi trovare in casa, saltare il lavoro, per consentire la benedizione pasquale. «Sì, è difficile trovare le persone in casa – conferma il parroco –. Questo non vuol dire che rinuncerò a far visita ai parrocchiani, anzi ritengo che valga sempre la pena. E’ vero anche che recarsi da oltre 3mila famiglie ogni anno è impossibile. Magari nel giro di 2-3 anni riuscirò e mi riprometto di farlo. Intanto quest’anno la gente ha capito: meglio avere l’acqua e benedirsi la propria abitazione, che non avere nulla».