Biotecnopolo, ciò che dovreste sapere e non avete mai osato chiedere

Politici, sindacalisti e manager replicano alle accuse di disinteresse e di mancato ascolto dei programmi. Le parole chiave elencate dal presidente Aime: apertura all’esterno, attrazione di talenti e contaminazione

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di Pino Di Blasio

Inutile pubblicare tutte le giustificazioni, le controaccuse, le repliche firmate da consiglieri comunali, vertici della Regione, politici e sindacalisti vari. Scegliamo la lettera del segretario della Cgil Seggiani e del fondatore di Vismederi, Emanuele Montomoli, solo perché erano gli unici citati per nome nell’articolo sul Biotecnopolo. Molti consiglieri hanno lamentato il fatto di non essere stati invitati dagli organizzatori, altri la contemporaneità con missioni o convegni altrove, in diversi hanno ribadito la scarsa pubblicità data all’evento. Gli alibi sono tanti, resta però l’impressione di una grande occasione sprecata, soprattutto dai politici, per capire qualcosa in più non solo della Fondazione Biotecnopolo, ma anche del futuro di Gsk, dopo il pensionamento di Rino Rappuoli, direttore scientifico e uomo forte della nuova istituzione, e dell’Università, forte di 60 milioni di euro di dote per 8 progetti di ricerca innovativi. Il futuro del territorio, di Siena e dei Comuni vicini, si gioca molto su questi asset.

"L’università è pronta a collaborare come già sta facendo con Tls e Gsk – ha ribadito il rettore Roberto Di Pietra durante l’evento –. Fa parte della nostra storia unire la ricerca alla produzione. Achille Sclavo è stato l’esempio quando più di cento anni fa, da docente universitario fondò il primo spin off che dette vita alla prima industria produttrice di vaccini in Italia".

Ennio De Gregorio, amministratore delegato dei due poli senesi di Gsk, ha raccolto gli assist del rettore: "Rino Rappuoli ha lasciato un sito sano con progetti che stanno andando avanti. Siamo gli unici siti della galassia Gsk dove si fa ricerca, sviluppo e produzione, siamo strategici per la nostra multinazionale che qui vuole continuare a investire sui vaccini. La nostra ambizione è di arrivare a produrre vaccini per prevenire le infezioni da antibiotoco resistenza che causeranno in futuro oltre 7 milioni di morti l’anno. Collaboriamo con l’Università e siamo pronti a confrontarci con il Biotecnopolo, che può creare opportunità di espansione".

Sono almeno tre le parole chiave emerse dal convegno. La prima è la lotta all’antibiotico resistenza, la pandemia di un futuro prossimo, la malattia più grave dei decenni a venire. E’ per provare a vincere una sfida epocale che Rappuoli ha ricevuto il ’grant’ europeo che ha dato vita al Mad Lab, e poi agli anticorpi monoclonali anti Covid, la molla decisiva per ospitare il Biotecnopolo e l’hub antipandemico, o meglio il Centro Nazionale AntiPandemie, a Siena.

La seconda parola chiave è ’contaminazione’. Non solo nel senso di lotta a virus e batteri per evitare i contagi; ma l’intenzione di creare, dalle parti di Torre Fiorentina con tutte le imprese della rete di Scienze della Vita, una ’ibridatione’ che è la condizione essenziale, per citare Guicciardini, per avere genio. La scommessa va vinta tutti insieme, lo ha detto anche Emanuele Montomoli di Vismederi.

"Siamo partiti come spin off accademica, siamo cresciuti fino a diventare un’azienda con rapporti internazionali. Oggi siamo disponibili a mettere a disposizione le nostre competenze per un lavoro di squadra, assieme alle altre imprese come Diesse e Philogen. E una svolta storica per Siena, arriveranno risorse enormi sul territorio, bisogna essere in grado di usarle bene".

La terza parola chiave è ’apertura’, che va intesa nel senso di attirare talenti dall’esterno, da tutto il mondo. Senza cullarsi nell’illusione provinciale che quei 340 milioni di euro per l’hub antipandemico debbano servire solo per dare lavoro ai senesi e finanziare imprese locali. Ma questo è un discorso che merita più spazio.