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Aspiranti jihadisti nei guai Giovane disponibile al martirio in nome dello stato islamico

La procura ha chiesto il rinvio a giudizio per due giovanissimi fidanzati. Udienza preliminare a maggio. Il difensore: "Perizia sul materiale sequestrato" .

Aspiranti jihadisti nei guai Giovane disponibile al martirio in nome dello stato islamico

di Laura Valdesi

SIENA

La potenza dell’amore. Era riuscito a reclutare ed anche a indottrinare la giovanissima fidanzata che viveva in un paese alle porte di Siena con la famiglia. Fino al punto che la ragazza, 19 anni, si sarebbe resa disponibile al martirio in nome dell’associazione con finalità di terrorismo a carattere internazionale, lo Stato islamico o Daesh. Ne è convinta la procura di Trento che ha chiesto infatti il rinvio a giudizio per una giovane (ormai ex) coppia di kosovari, lui 21 anni che vive in Trentino, lei 19 anni, che abita appunto alle porte di Siena. E’ stata fissata l’udienza preliminare i primi giorni di maggio.

Gravi le accuse emerse dopo il blitz dei carabinieri del Ros in Val d’Arbia nel giugno scorso che i difensori, l’avvocato Danilo Lombardi per la ragazza e Marcello Paiar per l’ex fidanzato, hanno cercato di smontare in questi mesi. I due si erano conosciuti sui social, come tanti ragazzi della loro età. E si erano ’uniti’ in moschea. Il ragazzo, però, apparentemente irreprensibile sul lavoro, secondo i carabinieri del Ros sarebbe quello che viene definito un ’lupo solitario’. Che si sarebbe radicalizzato all’estremismo islamico iniziando sul web e finendo per arruolare anche la sua fidanzata. Fra le contestazioni mosse al giovane il fatto che, proprio come un lupo solitario, aveva iniziato ad addestrarsi imparando a maneggiare gli esplosivi e ad usarli. Di più: aveva preso e messo da parte sostanze pericolose che gli avrebbero permesso di sabotare e di compiere atti di terrorismo. Anche se poi non era entrato in azione.

Alla ragazza difesa dall’avvocato Lombardi viene contestato di aver promosso, insieme al fidanzato, l’associazione internazionale con fini terroristici, lo ’Stato islamico’ appunto, in quanto avrebbe rafforzato e incoraggiato i propositi del 21enne kosovaro. Addirittura in concorso avrebbe realizzato una sorta di congegno esplosivo utilizzando il Taps, ossia il perossido di acetone. Insomma, entrambi avevano sposato la causa della jihad. L’uomo era impegnato soprattutto a fare proseliti tirando dentro la ragazza innamorata di lui che lo sosteneva nel suo proposito, secondo la procura, rendendosi addirittura pronta al martirio in nome del Daesh. Il tutto sarebbe avvenuto fra il maggio e il giugno 2022 quando era scattato il blitz dei Ros.

"Faremo, come indagini difensive, una perizia per verificare se con il materiale recuperato poteva essere realizzato esplosivo", annuncia l’avvocato Lombardi.