"Alterata la scena del crimine Facemmo questi test 5 anni fa"

Gli accertamenti in 3D effettuati dalla famiglia e consegnati in una Usb "Niente inchiesta certosina"

"Stanno facendo le prove nel vicolo con il laser scanner che noi abbiamo svolto circa 5 anni fa". Ranieri Rossi (foto), fratello di David, non si muove dal vicolo del Monte Pio, dopo essere stato in piazza Salimbeni mentre la commissione parlamentare saliva nell’ufficio al terzo piano dove si trovava l’ufficio di Rossi. "Certo che li avevamo fatti. Avevamo consegnato il risultato degli accertamenti alla procura, in una chiavetta usb. Era stato incaricato un architetto. Cosa emerse? Che, per esempio, la persona che entrava nel vicolo, si vede nel video, lo faceva quanto basta per notare tutta la sagoma di David. Dall’esterno non si scorgeva, ma se si avanza per 4-5 metri sì. E’ stato calcolato anche il punto di caduta: la chiavetta venne consegnata nell’ambito della seconda inchiesta".

"Si stupiscono ora di ciò che avevamo detto già, anche nell’opposizione, e per otto anni", dice in merito alle recenti rivelazioni di Aglieco. "Qualcuno, non sappiamo chi, aveva alterato la scena del crimine. Lo avevamo scritto, ci è stato risposto che è normale per l’attività perquirente dei pm. A me non sembra, non pare neppure alla commissione. Si fanno prove con il manichino virtuale: avrebbero dovute essere svolte a suo tempo, come promesso. E deciso in una riunione a cui ho partecipato, c’era anche il pm Andrea Boni, gli avvocati. Dopo la riesumazione si sarebbe costruito un manichino ad hoc che sarebbe stato gettato dalla finestra per vedere il volo. Il giorno della simulazione, mi arrabbiai, venne fatta con un pompiere legato a cui è stato chiesto di uscire dalla finestra restando appeso alla sbarra. Evidentemente la commissione ha deciso che non andava bene e siamo tornati nel vicolo. Chi diceva, e ha scritto, che l’indagine è stata fatta in maniera certosina forse si ricrederà. A meno di dire che c’è una commissione che perde tempo. Spero che venga fatta una bella inchiesta e allora accetteremo tutto quello che emerge. Poi troppe dietrologie: ’La famiglia chissà che vuole’, si dice. Non ha chiesto neppure un risarcimento. Perché lo fa? Perché, bene o male, si deve arrivare alla verità. Per mettere una pietra tombale sulla vicenda e non passare i prossimi anni a chiedersi ’omicidio o suicidio’. L’unica cosa logica è che si apra un’indagine per omicidio e in tale ambito si potrà indagare anche su altre eventuali omissioni".

La.Valde.